Dall'UE le linee guida per regolamentare il Web

Il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza la Raccomandazione alla quale ogni stato membro dovrà rispondere quando legifera sulle tematiche del Web. Il testo tutela i diritti dell'utenza, respingendo ogni tentazione repressiva gravante sul web
Il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza la Raccomandazione alla quale ogni stato membro dovrà rispondere quando legifera sulle tematiche del Web. Il testo tutela i diritti dell'utenza, respingendo ogni tentazione repressiva gravante sul web

«Dopo settimane e settimane di pessime notizie sul versante della politica dell’innovazione ed una pioggia di iniziative politico-legislative che hanno fatto temere il peggio per il futuro della Rete, almeno nel nostro Paese, finalmente è arrivata una buona notizia». E siccome di buone notizie ce n’é assoluto bisogno, la buona novella segnalata da Guido Scorza è un toccasana per quanti non vogliono pensare che le recenti liberticide proposte di legge degli ultimi tempi possano trasformarsi in realtà.

La buona novella è ha come protagonista Stavros Lambrindis, parlamentare greco al Parlamento Europeo, il quale ha promosso una Raccomandazione (2008/2160(INI)) che il consesso ha approvato con 481 voti a favore, 25 contrari e 21 astensioni. A larga maggioranza, insomma, il Parlamento Europeo ha assunto una serie di principi ai quali i paesi membri dovranno ora adeguarsi nel momento in cui si va a legiferare nel contesto della Rete e dei diritti/doveri connessi. Alcuni principi, in particolare, meritano il giusto rilievo:

  • «partecipare agli sforzi volti a fare di Internet un importante strumento di emancipazione degli utilizzatori, un contesto che consente l’evoluzione di approcci “dal basso verso l’alto” e della democrazia elettronica, assicurando nel contempo che siano previste misure di salvaguardia significative dato che in questo settore possono svilupparsi nuove forme di controllo e di censura; la libertà e la protezione della vita privata di cui godono gli utilizzatori su Internet dovrebbero essere reali e non illusorie»;
  • «riconoscere che Internet può rappresentare una straordinaria opportunità per rafforzare la cittadinanza attiva e che, a tale proposito, l’accesso alle reti e ai contenuti costituisce uno degli elementi chiave; raccomandare che la questione sia ulteriormente sviluppata sulla base del principio che ogni individuo ha il diritto di partecipare alla società dell’informazione e che le istituzioni e le parti interessate a tutti i livelli detengono la responsabilità generale di partecipare a questo sviluppo, lottando contro le due nuove sfide dell’analfabetismo elettronico e dell’esclusione democratica nell’era elettronica»;
  • «garantire, insieme alle altre parti interessate, che sicurezza, libertà di espressione e tutela della vita privata, nonché l’apertura su Internet, siano considerate non come obiettivi contrapposti bensì rientrino simultaneamente in una visione globale che risponde adeguatamente a tutti questi imperativi»;
  • « invitare la Presidenza del Consiglio e la Commissione a esaminare e sviluppare una strategia globale di lotta contro la cibercriminalità, ai sensi, fra l’altro, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla cibercriminalità, compresi i modi di affrontare la questione del “furto d’identità” e frode a livello dell’Unione europea in collaborazione con i fornitori di Internet e le organizzazioni degli utenti, come pure con le autorità di polizia che si occupano della cibercriminalità e a presentare proposte su come lanciare campagne di sensibilizzazione e di prevenzione garantendo nel contempo un uso di Internet sicuro e libero per tutti; chiedere la creazione di uno sportello dell’Unione europea per l’assistenza alle vittime di furto e di usurpazione di identità»;
  • «esortare gli Stati membri ad aggiornare la legislazione a tutela dei minori che utilizzano Internet, in particolare introducendo il reato di grooming (adescamento online dei minori a scopo sessuale)»;
  • «promuovere programmi volti a proteggere i bambini e a educare i genitori»;
  • «spronare tutti i fabbricanti di computer dell’Unione europea a preinstallare software per la protezione dei bambini facile da attivare»;
  • «garantire che l’espressione di convinzioni politiche controverse su Internet non sia perseguita penalmente»;
  • «garantire che nessuna legge o prassi possa limitare o criminalizzare il diritto dei giornalisti e dei mezzi di comunicazione di raccogliere e distribuire informazioni a scopo di cronaca»;

Il documento continua con tutta una serie di ulteriori considerazioni legate all’«Attenzione costante alla protezione assoluta e a una maggiore promozione delle libertà fondamentali su Internet», nonché alle iniziative a livello internazionale da adottarsi a livello di Unione Europea. Ognuno di questi punti ha una sua importanza intrinseca fondamentale. Ogni singolo tassello esprime un principio, e tutti assieme delineano una direzione precisa. Ogni parola ha un peso specifico importante, ed alla luce di quanto successo in Italia negli ultimi tempi il documento approvato dall’UE è una sorta di terremoto che fa tabula rasa di quanto in discussione in Parlamento per suggerire un approccio nuovo e differente al tema.

Tra tutti questi punti, uno merita però una nota particolare: «procedere all’adozione della direttiva sulle misure penali finalizzate al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, dopo aver valutato, alla luce delle attuali ricerche sull’innovazione, fino a che punto sia necessario e proporzionato e vietando nel contempo, in vista di questo obiettivo, il controllo e la sorveglianza sistematici di tutte le attività degli utilizzatori su Internet e garantendo che le sanzioni siano proporzionate alle infrazioni commesse; al riguardo rispettare anche la libertà di espressione e di associazione dei singoli utilizzatori e combattere l’incitamento alla ciber-violazione dei diritti di proprietà intellettuale, comprese talune eccessive restrizioni di accesso instaurate dagli stessi titolari di diritti di proprietà intellettuale». Solerte, a tal proposito, la felicitazione proveniente da Adiconsum e concernente in modo particolare tutto quel che è la lotta al cybercrimine e la difesa della privacy degli utenti: «Adiconsum esprime grande soddisfazione per l’approvazione della relazione Lambrinidis, che è totalmente in linea con la politica sulla Rete che Adiconsum persegue da sempre. Adiconsum è da sempre favorevole che la lotta ai crimini sulla Rete passi per un fortissimo potenziamento delle risorse e dei mezzi a disposizione di Polizia Postale e Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza e che tuteli e non vessi il cittadino onesto».

Ogni nuova proposta di legge (nonché quelle già in auge) dovrà fare d’ora in poi i conti con la Raccomandazione dell’UE. Il monito è chiaro e tutto ciò che si ispira alla dottrina Sarkozy ed ai principi a cui si ispira dovrà fare un passo indietro per difendere, anzitutto, i diritti degli utenti in qualità di cittadini. L’altro lato della medaglia è fatto di educazione e protezione. Ma in questa fase in cui occorre stabilire il giusto equilibrio tra diritti e doveri, è anzitutto il primo aspetto a dover emergere, così che la repressione non trasformi la Rete in uno spauracchio in grado di minarne la grande portata innovativa.

Chiosa Scorza: «L’auspicio è che le parole del Parlamento Europeo inducano M. Sarkozy ed i nostri politici italiani a rivedere le posizioni sin qui manifestate in materia di regolamentazione della Rete e politica dell’innovazione». L’auspicio non è solo italiano, ma è espressione del voto della grande maggioranza del Parlamento Europeo. A cui occorrerà rispondere nel caso in cui si intenda intraprendere percorsi differenti.

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