Portable Contacts, uno standard sociale

Portable Contacts è una bozza di standard con cui Google spera di costruire una base comune per l'accesso sicuro all'elenco dei contatti che ogni utente conserva online. A compimento sarà un grande passo avanti per il lato sociale della Rete
Portable Contacts è una bozza di standard con cui Google spera di costruire una base comune per l'accesso sicuro all'elenco dei contatti che ogni utente conserva online. A compimento sarà un grande passo avanti per il lato sociale della Rete

Quante volte ogni utente inserisce le proprie credenziali Gmail per permettere ad aziende e servizi terzi di scavare all’interno dei propri contatti per cercare legami e conoscenze? Ogni singolo servizio online ed ogni social network chiede informazioni similari così da permettere immediatamente una esperienza immersiva portandosi appresso quelli che sono i propri contatti. La procedura, però, ha accumulato nel tempo tutta una serie di problemi (di sicurezza e non) che oggi limitano la crescita della parte sociale della rete. Google, in fede alla propria filosofia di apertura e condivisione, ha deciso di intervenire direttamente guidando lo sviluppo di un nuovo standard che, sotto il nome di “Portable Contacts“, tenterà di costruire una base comune per sviluppare un accesso condiviso e sicuro alle singole socialità maturate dagli utenti.

Il primo motivo che sorregge l’iniziativa guarda alla sicurezza. Distribuire con eccessiva generosità i dettagli dei propri accessi ad account vari (tra i quali, spesso, l’account Google) significa metterne a rischio l’integrità: se i propri nome/password finiscono nelle mani sbagliate si può incorrere in problemi di varia natura e la cosa mette ovviamente in pericolo la propria stessa identità sulla Rete. Occorre quindi trovare una alternativa valida per ovviare al sistema adottato fino ad oggi, facendo in modo che l’accesso ai dati sia limitato ed autorizzato, senza che le proprie credenziali debbano affrontare pericolo alcuno.

Il secondo motivo è nelle difficoltà che l’esistenza di vari orticelli cintati può creare nelle attività degli utenti. Permettere a tutti di poter fruire di più servizi significherebbe aumentare le opportunità di mercato e la libertà degli utenti stessi. La metafora della rete ferroviaria è calzante: solo quando tutti i circuiti hanno concordato una stessa dimensione per i binari è stato possibile costruire treni in grado di percorrere distanze maggiori fruendo di una rete a tutti gli effetti unica. Oggi l’accesso ai dati è permesso soprattutto dalle API Google, Microsoft e Yahoo, ma ognuno ha un sistema proprietario e le parti non possono dialogare. L’intenzione di Google è quella di mettere tutti d’accordo con uno standard comune, dopodiché ogni gruppo potrà coltivare il proprio orticello senza tuttavia limitarne né l’accesso né l’uscita.

Il progetto Portable Contacts è ufficiale da poche ore e già mette a disposizione un sito ufficiale con la spiegazione sommaria dei principi che reggono l’idea, un wiki per la costruzione dello standard e le prime specifiche sviluppate a Mountain View («Le specifiche Portable Contacts sono progettate per rendere più facile per gli sviluppatori la creazione di una sicura via d’accesso alle liste di amici che vanno costruendosi ovunque sul web. Nello specifico, cercano di creare un pattern comune di accesso ed uno schema di contatto con cui ogni sito può mettere a disposizione sistemi di accesso e autenticazione […] che lavorino con qualunque sito, in assoluta facilità e con la necessità di minimi requisiti tecnici per gli sviluppatori»). Nel momento in cui lo standard sarà condiviso i vantaggi saranno soprattutto per l’utenza: maggior sicurezza, maggior libertà d’azione, minori oneri nel costruire la propria realtà sociale in rete.

Ad essere condiviso, infatti, sarà soprattutto tutto ciò che concerne il cosiddetto “who-you-know“, rappresentato dall’agglomerato dei propri contatti al netto di tutte le altre informazioni che si intendono conservare per sé. Un piccolo passo per l’utente, un grande passo per la Rete.

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