Google distribuisce musica gratis in Cina

Per adattarsi alla competitività del luogo e alle esigenze dell'utenza cinese Mountain View comincia da oggi a distribuire musica legalmente con il supporto della pubblicità. Totalmente esclusa un'apertura simile anche nei mercati occidentali
Per adattarsi alla competitività del luogo e alle esigenze dell'utenza cinese Mountain View comincia da oggi a distribuire musica legalmente con il supporto della pubblicità. Totalmente esclusa un'apertura simile anche nei mercati occidentali

Per dare davvero battaglia a Baidu sul terreno dell’internet cinese a Google mancava ancora un tassello, il download musicale legale che in Cina sembra un requisito essenziale per una compagnia che voglia attirare davvero utenti (così dice l’84% della base).

Ora però la sezione cinese di Mountain View offre 350.000 brani di artisti occidentali ed autoctoni in libero download e, secondo i piani, nei prossimi mesi il catalogo dovrebbe arrivare a 1,1 milioni di tracce. Accanto al grande motore di ricerca americano c’è infatti un’altra società locale, la top100.cn co-fondata dal noto giocatore di basket NBA Yao Ming e tutta incentrata sul business della musica in Rete.

All’iniziativa hanno aderito immediatamente tutte e 4 le grandi etichette musicali. Il motivo l’ha ben riassunto Lachie Rutherford, presidente di Warner Asia e anche della divisione continentale della IFPI: «Si tratta del primo tentativo di monetizzare il mercato asiatico, non sottolineerò mai abbastanza l’importanza di tutto questo». Nel paese della censura infatti la pirateria va molto forte, conta almeno per il 99% dei dati scambiati, mentre la parte legale (un giro da 76 milioni di dollari) occupa il rimanente 1%.

Le speranze di invertire la tendenza stanno tutte in un’offerta gratuita (Google si finanzierà con la pubblicità), di alta qualità e in un sistema più pratico per reperirla. La musica sul sito potrà infatti essere cercata anche attraverso direttrici meno usuali come il livello di beat e la “strumentalità”.

Baidu ad ogni modo continua a dominare con una quota del 60% contro il 27% (in crescita) della grande G che ora con la musica conta di recuperare. Google ha però fatto anche sapere immediatamente di non avere la minima intenzione di espandere il servizio al di là della Cina. Sembra dunque che tale passaggio sia stato fatto controvoglia e solo per i forti motivi di necessità imposti nel paese oltre la Muraglia.

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