Zennstrom e Friis, ritorno di fiamma su Skype

Niklas Zennstrom e Janus Friis potrebbero essere tornati alla carica per risalire sul trono di Skype. Una piccola forte leva contrattuale potrebbe imporre a Skype una trattativa; i capitali potrebbero arrivare; eBay potrebbe gradire, prezzo permettendo
Niklas Zennstrom e Janus Friis potrebbero essere tornati alla carica per risalire sul trono di Skype. Una piccola forte leva contrattuale potrebbe imporre a Skype una trattativa; i capitali potrebbero arrivare; eBay potrebbe gradire, prezzo permettendo

Niklas Zennstrom e Janus Friis sarebbero nuovamente sulle tracce di Skype. Sarebbe un ritorno che ha del clamoroso, ma trattasi anche di una ipotesi che sembra avere alcuni dettagli molto interessanti a confermare la veridicità dei rumor. Difficilmente la situazione vedrà una qualche svolta improvvisa e la trattativa eventuale è destinata a svilupparsi soltanto in divenire e con il passare dei mesi. Tutto nasce da uno scontro, dal quale sembra nascere il nuovo contatto comunicativo tra le parti.

Niklas Zennstrom e Janus Friis sono stati i fondatori di Skype (correva l’anno 2003) dopo aver anzitempo fondato il software per il peer-to-peer Kazaa. La cessione di Skype a eBay (2005) è stata una operazione altisonante che a suo tempo sembrava lanciare il software verso la sua definitiva consacrazione. L’operazione venne effettuata mettendo sul tavolo 2.6 miliardi di dollari, cifra aumentata recentemente sulla scia di alcuni accordi antecedenti che hanno fatto lievitare la somma mentre l’asset andava deprezzandosi. Con il passare del tempo, infatti, è stato sempre più chiaro come eBay non fosse in grado di trovare vere sinergie tra il proprio marketplace ed il software per la telefonia VoIP: le azioni hanno così iniziato una lenta decadenza che, con l’incorrere della crisi economica, ha accelerato il declino rendendo urgente una qualche decisione sul rapporto tra le parti.

John Donahoe, l’attuale CEO Skype, ha parlato con sufficiente chiarezza: se si presentasse un buon offerente, Skype potrebbe anche essere sul mercato. Se non si presentasse, invece, il problema potrebbe anche non sussistere: il servizio continua a crescere, il bilancio è in crescita e presto il VoIP potrebbe diventare il terzo core business del gruppo al fianco del marketplace di eBay e dei pagamenti di PayPal. Da tempo oramai si ipotizza la possibile transazione con gruppi terzi, ma attorno ad eBay è sembrato formarsi il vuoto e la crisi non ha certo contribuito a rendere più appetitoso l’oneroso boccone Skype.

Improvvisamente il New York Times lancia due nomi: Niklas Zennstrom e Janus Friis. La coppia d’oro dopo la cessione di Skype non ha più ottenuto grandi successi: Joost è stato in larga parte eclissato da una concorrenza ben più arrembante ed innovativa, mentre il nome “Atomico” non sembra aver lasciato alcuna traccia di rilievo. Ma è un’altra la chiave che potrebbe portare a Skype.

Nei giorni passati si è saputo come il gruppo controllato da eBay avrebbe avviato una procedura legale per difendersi dal mancato rinnovo della licenza per la tecnologia Joltid (in mano alla coppia Zennstrom/Friis), al centro del cuore P2P del servizio. La vertenza dovrà ora attenersi ai tempi dettati dalla giustizia, mentre parallelamente Zennstrom e Friis potrebbero avanzare la propria offerta approfittando della leva contrattuale in possesso. Entro fine anno, per sentenza o per accordo, la questione giungerà ad una qualche conclusione e Skype deve fare in modo che sia a proprio vantaggio per evitare seri problemi e pesanti conseguenze gravanti direttamente sul servizio.

Non solo. Zennstrom e Friis sarebbero in contatto con alcuni investitori privati dai quali sta iniziando la raccolta dei capitali per tentare la scalata a Skype. Le parti ovviamente non confermano, ma il cerchio sembra quadrare: una buona leva contrattuale, un interessante capitale e la disponibilità della controparte potrebbero essere ingredienti sufficienti per favorire il buon esito delle trattative.

Difficile, se non impossibile, capire a quanto potrebbe aumentare la possibile cifra a cui potrebbe avvenire la transazione. Da considerare, infatti, vi sono molti fattori: la volontà di eBay di monetizzare il successo del proprio servizio; la grande crescita di Skype (community più che quadruplicata dalla cessione ad oggi); il forte ammontare di capitale cash a disposizione di Skype; il grande sviluppo del servizio, recentemente approdato con serietà in ambito mobile. eBay, insomma, non ha alcuna intenzione di svendere il proprio gioiello: nonostante ancora non sfondi, nonostante i rischi, nonostante l’assenza di sinergie con il resto del gruppo. La minaccia gravante sul servizio, però, potrebbe in qualche modo imporre al gruppo una sorta di trattativa esclusiva con Zennstrom e Friis. La vede così anche il NYT: «Senza un accordo o altra risoluzione, la disputa potrebbe dissuadere chiunque tranne Zennstrom e Friis dal considerare una acquisizione di Skype».

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