Dal Grande Fratello alla crociata su Facebook

Stufa dei messaggi ostili e diffamatori nei suoi confronti su Facebook, Daniela Martani ha deciso di adire le vie legali per scovare i responsabili e ottenere giustizia. L'ex concorrente del GF ha ottenuto l'eliminazione di alcuni gruppi, ora mira agli IP
Stufa dei messaggi ostili e diffamatori nei suoi confronti su Facebook, Daniela Martani ha deciso di adire le vie legali per scovare i responsabili e ottenere giustizia. L'ex concorrente del GF ha ottenuto l'eliminazione di alcuni gruppi, ora mira agli IP

«Sono stata insultata e gravemente diffamata, ora voglio giustizia». Con queste parole, Daniela Martani ha annunciato di aver presentato un esposto alla Polizia Postale di Roma per ottenere la cancellazione su Facebook di alcuni commenti ritenuti diffamatori e individuare i responsabili. Divenuta celebre per essersi battuta per la causa dei lavoratori di Alitalia e per la sua partecipazione al reality show “Grande Fratello”, la Martani intende mettere a tacere alcuni gruppi nati sul famoso social network contenenti commenti molto pesanti nei suoi riguardi.

«È accaduto all’uscita dalla casa del Grande Fratello. Uso Facebook quotidianamente e mi sono accorta che si erano creati dei gruppi di utenti che mi insultavano con parolacce irripetibili. Non è giusto e quindi ho deciso di reagire» ha dichiarato l’ex hostess nel corso di un’intervista. Sul social network risultano essere attivi una sessantina di gruppi dedicati a Daniela Martani, molti sono costituiti da fan e supporter, ma non mancano anche gruppi chiaramente ostili e contenenti in alcuni casi messaggi denigratori o gravemente offensivi. Prosegue la Martani: «Ho sempre tollerato le critiche di chi mi dice, su Facebook, di andare a lavorare o altro e non mi ama. Ma incassare insulti e diffamazioni è un danno grave, sopratutto per chi sta iniziando a vivere di spettacolo».

Stando alle prime dichiarazioni fornite da Antonio Polimeni, legale dell’ex concorrente del Grande Fratello, su segnalazione degli abusi Facebook avrebbe rimosso alcuni gruppi contenenti offese e insulti. Come spesso avviene in questi casi, però, in pochi giorni alcuni utenti hanno attivato nuovi gruppi creati con il medesimo scopo denigratorio. Il legale della Martani ha poi confermato di voler risalire ai singoli autori dei messaggi ostili nei confronti della sua cliente. Un passaggio per nulla semplice non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello giudiziario.

«Facebook potrebbe dare alla polizia gli indirizzi IP degli utenti per risalire alle persone in carne e ossa. Cosa difficile perché Facebook è un’azienda californiana e per ottenere i dati necessari per procedere, occorre una rogatoria internazionale richiesta dall’autorità giudiziaria italiana. D’altra parte, il reato di diffamazione è una cosa seria e la legge per tutelare i diffamati esiste. L’esposto che abbiamo presentato è lecito, ora bisogna applicare la legge» ha dichiarato il legale di Daniela Martani.

Ottenere informazioni concrete sugli autori dei commenti ritenuti diffamatori non sarà comunque semplice. In occasioni altrettanto controverse, come nel caso dei gruppi che negano l’Olocausto, i responsabili di Facebook si sono dimostrati molto cauti nell’assumere posizioni nette o decisioni definitive nel timore di lanciare un messaggio sbagliato o poco comprensibile verso l’ampio bacino di utenti del social network. Daniela Martani non è del resto l’unico personaggio pubblico ad avere gruppi dichiaratamente ostili nei propri confronti, fenomeno ampiamente affermato in Rete anche prima dell’avvento dei social network. L’astio e in certi casi l’odio verso un personaggio venivano espressi attraverso semplici pagine web o tramite i forum online, i nuovi luoghi di ritrovo sul Web hanno ora reso il fenomeno maggiormente evidente, ma ugualmente difficile da gestire e se necessario da arginare.

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