Amazon si schiera apertamente contro Google

Jeff Bezos ha lasciato chiaramente intendere quale sia la posizione di Amazon nei confronti della proposta di accordo che Google ha formulato con i detentori dei diritti sui libri digitalizzati nelle biblioteche. Tra le parti non corre buon sangue
Jeff Bezos ha lasciato chiaramente intendere quale sia la posizione di Amazon nei confronti della proposta di accordo che Google ha formulato con i detentori dei diritti sui libri digitalizzati nelle biblioteche. Tra le parti non corre buon sangue

«Abbiamo le idee molto chiare a tal proposito, ma non le condivideremo. Però, chiaramente, questo accordo secondo noi va rivisitato e verrà rivisitato». Così, con una frase e poco altro, Jeff Bezos ha fatto capire quale sia la posizione di Amazon relativamente alla proposta di accordo che Google ha formulato con gli autori interessati per risolvere la querelle relativa alla digitalizzazione dei libri nelle biblioteche. L’accordo, avversato da molti e tutt’ora sub-judice in seguito all’interessamento del Department of Justice statunitense, potrebbe infatti consegnare a Google una sorta di monopolio controllato su parte delle pubblicazioni, mettendo fuori mercato la concorrenza.

Amazon è una delle aziende chiamate in causa con maggior incisività. Il gruppo, infatti, è noto per i libri venduti online e recentemente ha saputo reinventare il mercato introducendo il lettore digitale Kindle. È del tutto evidente, inoltre, come tra Google ed Amazon non corra buon sangue. Google, infatti, ha recentemente firmato un accordo con Sony per portare 500 mila titoli sul Sony Reader, diretto concorrente del Kindle di Amazon. Amazon, oggi, non può che formulare opinioni avverse e schierarsi frontalmente contro Google: l’accordo non s’ha da fare.

Le parole di Jeff Bezos, fondatore ed attuale CEO Amazon, sono state raccolte da CNet in occasione della Wired Business Conference. Bezos ha colto l’occasione anche per alcune battute di spirito relative ad alcuni vecchi insuccessi del proprio gruppo (in particolare quell’A9 che avrebbe voluto minacciare l’egemonia Google) ed ha offerto inoltre un dato molto interessante: ben il 35% dei titoli venduti da Amazon sono oggi in formato digitale per il player Kindle (statistica riferita ai 300.000 titoli disponibili tanto in cartaceo quanto in digitale). Dopo 18 mesi sul mercato, insomma, il lettore porta ancora con sé l’ambizione di diventare l’iPod della letteratura, fagocitando un terzo del mercato e preparandosi con nuove rinnovate versioni al grande salto. Quello di cui Kindle ha bisogno è un salto culturale del tutto simile a quello che ha portato gli utenti dai CD ai file: la dematerializzazione del supporto in favore di un dispositivo digitale sarà accompagnato dall’offerta Amazon di Kindle e di un lungo elenco di titoli a disposizione.

Quest’ultimo passaggio, però, è oggi minacciato da vicino dalle velleità Google nel settore (Google medita di vendere direttamente online i propri eBook). Amazon boccia l’accordo in qualità di gruppo interessato direttamente nel proprio core business, ma lo fa con mezze parole e con un intervento discreto: Jeff Bezos ha lasciato intendere quale sia la posizione del gruppo, ma affida fiduciosamente le sorti dell’accordo nelle mani della giurisprudenza.

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