Italia.it, la presentazione e il passo falso

La presentazione di Italia.it segue un profilo molto istituzionale e la presenza di due ministri al fianco del Presidente del Consiglio sono la giusta considerazione per un progetto di grande importanza per tutto il paese.

Equa e mirata la presentazione di Silvio Berlusconi: ha ammesso di non aver mai avuto idea dell’importanza che il Web ha oggi sul turismo, ha spiegato i motivi dell’impegno infuso, ha chiarito gli obiettivi del progetto.

Rapido ed esemplificativo l’excursus di Michela Vittoria Brambilla: ha rapidamente spiegato cosa si va a fare, ma nulla è ovviamente più esplicativo di una prova diretta. La Brambilla si è pertanto limitata all’essenziale, dopodiché Italia.it presenterà se stesso appena online.

Il passo falso è invece quello di Renato Brunetta.

Il ministro, infatti, ha adoperato i propri due minuti di microfono per un inutile e vuoto scaricabarile. Il teorema è sbagliato di per sé: il Governo Berlusconi avrebbe avuto il merito di lanciare l’idea, il Governo Prodi avrebbe avuto la colpa di mandare tutto in fumo e l’attuale Governo Berlusconi avrebbe il merito di riprendere la cosa in mano. La verità appare invece molto più bipartisan: il primo Governo Berlusconi, tramite Lucio Stanca, ha messo in campo un progetto sconclusionato da 50 milioni di euro, il Governo Prodi tramite Rutelli è riuscito a rovinare anche quel poco di buono che era possibile trovare e l’attuale Governo si trova ora nell’assoluta necessità di intervenire.

Il passo falso di Brunetta è in tutto quel che viene alluso, ma non detto. Perchè Brunetta parla dei costi, ma non li specifica. Perchè Brunetta parla di “contenziosi giudiziari”, ma esula da ogni approfondimento. Se il passato non deve essere considerato nei giudizi del nuovo progetto, al tempo stesso però il passato deve essere un metro di giudizio con il quale valutare il presente. Il passato, però, è fatto di silenzi e di omissis. La Rete ha chiesto quanto è costato finora Italia.it e chi ha messo in tasca quel danaro, ma costi e beneficiari non sono mai venuti a galla; la Rete ha chiesto chiarezza sui tempi infiniti del progetto, ma i rinvii si sono susseguiti ed oggi si è ancora soltanto ad una beta release.

Il passo falso di Brunetta è nel solleticare una situazione esplosiva già di per sé. Il nuovo Italia.it invece necessita di trasparenza e collaborazione. Atteggiamenti costruttivi ed assunzioni di responsabilità. Scaricabarile e silenzi fanno parte di un periodo che, si spera, Italia.it abbia ormai alle spalle.

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