Se l'orecchio di Spinvox è indiscreto

Un'inchiesta della BBC ha gettato non poche ombre su Spinvox, il servizio di trascrizione dei messaggi vocali nato in Gran Bretagna. La società utilizzerebbe "trascrittori" in carne e ossa e non sistemi automatici, un rischio la privacy degli utenti
Un'inchiesta della BBC ha gettato non poche ombre su Spinvox, il servizio di trascrizione dei messaggi vocali nato in Gran Bretagna. La società utilizzerebbe "trascrittori" in carne e ossa e non sistemi automatici, un rischio la privacy degli utenti

Spinvox, il servizio automatico che trascrive i messaggi vocali telefonici in messaggi di testo tramite un software di riconoscimento vocale, è in questi giorni al centro dell’attenzione dei cittadini britannici. Un’inchiesta della BBC ha infatti rivelato come buona parte dei messaggi siano in realtà trascritti dagli impiegati di alcuni call center in appalto con la società, con evidenti ripercussioni per la privacy degli abbonati al servizio.

«Gli algoritmi per il riconoscimento vocale non imparano senza l’intervento umano e tali sistemi necessitano di persone in carne e ossa per imparare. Spinvox fa tutto ciò in tempo reale. L’attuale porzione di messaggi trascritti automaticamente è altamente confidenziale e contiene informazioni sensibili» ha dichiarato la società in un breve comunicato per smentire le voci raccolte nei giorni scorsi dalla storica emittente britannica. Sempre stando alle dichiarazioni di Spinvox, i messaggi che necessitano di una trascrizione manuale vengono inviati in forma anonima agli “esperti di conversione” – presenti in diversi centri in svariate parti del mondo come Sud Africa e Filippine – che provvedono a realizzare il messaggio di testo, senza conoscere né il mittente né tanto meno il destinatario.

Eppure, alcune fotografie comparse in un gruppo di Facebook creato da un call center egiziano un tempo alle dipendenze di Spinvox sembrano descrivere una situazione diversa da quella dichiarata dalla società. Nelle immagini sono visibili le trascrizioni di alcuni messaggi facilmente riconducibili ai mittenti e ai destinatari. Una condizione in grado di mettere in pericolo il diritto alla riservatezza degli abbonati al servizio. Una tesi completamente esclusa da Spinvox, secondo la quale la foto in questione risalirebbe a una fase di training, ma non da alcuni ex dipendenti interpellati dalla BBC.

Kareem Lucilius, che ha lavorato per sei mesi al call center insieme ad altri 150 colleghi, non ha molti dubbi in proposito: «Ascoltavamo i messaggi dall’inizio alla fine. Messaggi d’amore, messaggi segreti, messaggi a sfondo erotico, e anche minacce di omicidio». L’ascolto integrale delle comunicazioni vocali consentiva di ottenere numerosi dettagli sugli utenti, ufficialmente secretati o processati in forma del tutto automatica dai sistemi di riconoscimento vocale di Spinvox. Laconico il commento dell’ex impiegato: «Era tutto realizzato al 100% dalle persone».

Il Data Protection Register del Regno Unito impone alle società come Spinvox di non trasferire alcun dato sensibile al di fuori dell’Europa, una norma apparentemente disattesa alla luce delle recenti rivelazioni della BBC. Spetterà ora all’Information Commissioner’s Office il compito di verificare il comportamento della società, che aveva comunque ricevuto il via libera dalla medesima istituzione per la trascrizione manuale dei messaggi a patto di rispettare le norme sulla privacy.

Nonostante il recente scandalo, e alcune traversie finanziarie, Spinvox continua a registrare un notevole successo nei paesi in cui è attivo. Le spese per la gestione del servizio e per il mantenimento dei call center sono però particolarmente alte e non hanno ancora consentito alla società di consolidare la propria situazione economica. Un problema che i responsabili di Spinvox cercheranno di risolvere raccogliendo nuovi finanziamenti ed espandendo ulteriormente il loro bacino di utenti, privacy permettendo.

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