Windows 7: l'aggiornamento potrebbe richiedere fino a 21 ore

L’arrivo, ormai imminente, di Windows 7 sul mercato, sta spingendo molti esperti o semplici utenti con la passione per l’informatica a preparare i propri sistemi in modo da poter effettuare l’aggiornamento al nuovo sistema operativo una volta che questo sarà in vendita.

Proprio da una serie di test svolti da Ars Technica (in alto trovate la tabella) riguardanti l’aspetto dell’upgrade a Windows 7 ha fatto emergere risultanti particolarmente interessanti che potrebbero far entrare in “crisi” gli utenti con enormi mole di dati memorizzati nel proprio computer.

I test di cui parliamo sono stati fatti prendendo in esame diverse tipologie di utenti, si va infatti dall’utente “medio”, cioè l’utente con un numero di dati e applicazioni installate in quantità moderata e relativo ad un utilizzo “normale” del computer, si passa quindi per l’utente “pesante” e si arriva poi fino all’utente “super”, ovvero un tipo di utente che utilizza il proprio computer in maniera intensa, con moltissime applicazioni installate e una quantità di dati immagazzinati altissima.

I dati sono stati poi suddivisi in base al tipo di computer utilizzato, cioè alla potenza dell’hardware, nonché al tipo di architettura usata, ovvero se si parla di sistemi a 32 bit o di sistemi a 64 bit.

I dati così ottenuti sembrano abbastanza buoni, mediamente in linea con quanto dichiarato da Microsoft riguardo un miglioramento della tempistica dell’aggiornamento rispetto al precedente sistema operativo, se non fosse che l’upgrade al nuovo sistema per un utente “super” su una macchina di medio livello richiede quasi ben 21 ore.

Quasi una giornata intera per aggiornare il proprio sistema quindi, un risultato che mette in mostra come, nelle condizioni in cui il computer è molto sfruttato, la cosa migliore sembra essere quella di una reinstallazione completa del software, ovviamente dopo aver eseguito l’immancabile backup dei dati.

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