Bye Bye Second Life. Addio o alba di una terza vita?

La notizia dell’abbandono da parte degli utenti del più noto metaverso mai realizzato è stata occasione per i media di riparlare, dopo un paio di anni di oblio, di Second Life. In sintesi, secondo i dati ufficiali dichiarati dagli stessi creatori di SL, la stragrande maggioranza degli avatar realizzati non sono considerabili come attivi, fenomeno che si dimostra ancora più significativo per le utenze italiane.

Il disinnamoramento degli utenti di SL per il metaverso è stato spiegato in diversi modi, una delle tesi più diffuse è quella che vede gli assipigliatutto Facebook, Flickr e YouTube monopolizzare l’attenzione degli utilizzatori di strumenti digitali di comunicazione e interazione, a scapito delle alternative. Questa tesi è sostenibile o si tratta di fenomeni paralleli e in nessun modo collegabili? Personalmente ritengo che ci siano diversi elementi differenzianti da prendere in considerazione.

Al di là infatti di alcune caratteristiche che rendono per certi versi Facebook, YouTube, Twitter e Second Life “antagonisti” nello spartirsi la torta degli utenti Web, mi risulta particolarmente difficile paragonare tra loro questi fenomeni.

Facebook è un social network pensato per intrecciare relazioni personali e comunicare con i propri amici. YouTube un Social Media espressamente dedicato ai video e alla loro diffusione. Twitter è un servizio di microblogging che consente di inviare e leggere messaggi testuali all’interno di un netowrk di contatti. SecondLife è un “metaverso” un ambiente virtuale tridimensionale che ha ben poco di assimilabile agli altri mostri del Web appena citati.

Ritengo che le potenzialità di Second Life siano enormi, e utilizzato con consapevolezza è uno strumento di comunicazione e interazione veramente interessante. Penso inoltre che lo strumento sia stato frainteso sin dalle sue origini, grazie alla promozione di media molto poco specializzati, e che da questa crisi di numeri possa originarsi una “terza vita” più consapevole per Second Life. Dopo il boom e la successiva crisi di numeri, forse Second Life si configurerà (e sarà percepito) non più come un mondo virtuale di massa (sempre che lo sia mai stato) ma come un ambiente utilizzato da nicchie di utenti con finalità specifiche, come, per esempio, la formazione a distanza, la collaborazione in ambito lavorativo o le riunioni virtuali. Gli italiani, popolo del telefonino sempre in tasca e dell’SMS facile, al momento sembrano preferire altri strumenti.

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