Anche RIM deve fare i conti con la crisi

Research In Motion giunge al primo stop in borsa dopo un 2009 passato sorprendentemente al rialzo. Il gruppo cade nelle contrattazioni after-hour dopo una trimestrale meno brillante del previsto a causa di un rallentamento nella crescita degli abbonati
Research In Motion giunge al primo stop in borsa dopo un 2009 passato sorprendentemente al rialzo. Il gruppo cade nelle contrattazioni after-hour dopo una trimestrale meno brillante del previsto a causa di un rallentamento nella crescita degli abbonati

Un anno vissuto in controtendenza, poi inesorabilmente a fare i conti con una crisi che è giunt a colpire anche la casa dei Blackberry. Le azioni RIM, infatti, hanno cavalcato il 2009 in galoppante crescita, rifuggendo le pressioni di una economia in stato di difficoltà ed imponendosi come una delle migliori occasioni per l’anno passato. Ora che si inizia a parlare di luce in fondo al tunnel, però, giunge il momento di tirare il fiato in conseguenza di una trimestrale (pdf) meno brillante rispetto alle precedenti.

Il gruppo ha comunicato guadagni per 475.6 milioni, in calo rispetto ai 495.5 dell’anno precedente. La cifra è in realtà in rosso a causa soprattutto della sconfitta subita in tribunale con Visto, portando ad un accordo per 112.8 milioni di dollari relativamente al patteggiamento per un brevetto violato. Senza questo ostacolo imprevisto il gruppo avrebbe chiuso in positivo. Le entrate, comunque, giungono soltanto a 3.53 miliardi contro i 3.62 previsti dagli analisti: è in questa cifra che viene misurata la difficoltà attuale del gruppo, ed è in questi numeri che si misurano le reazioni degli investitori. Le azioni, infatti, cadono nel mercato after-hour dell’11.27% dopo una giornata già vissuta al ribasso del 3.16%. In una sola seduta, insomma, si passa da 88 dollari per azione ad 83, in attesa di una apertura odierna sulla falsa riga della chiusura precedente.

Le minori entrate rispetto al previsto sono la conseguenza di un aumento degli abbonati minore rispetto a quanto atteso: se ci si attendeva 4.3 milioni di nuovi abbonati, infatti, a fine trimestre se ne contano soltanto 3.9. I dati vanno però letti nella prospettiva di una annata oltremodo rosea. Dopo una crescita del 40% in 12 mesi, infatti, il gruppo ha semplicemente rallentato il ritmo, ma senza tuttavia passare in negativo sotto alcun punto di vista. Il gruppo cresce, insomma, pur deludendo quanti auspicavano una nuova trimestrale in grado di stupire.

Il 2009 è stato l’anno dell’iPhone 3G, l’anno del ritorno di Nokia, l’anno del rilancio i Palm: nonostante la grande concorrenza, il brand BlackBerry risulta ben posizionato ed i dati indicano ad oggi un gruppo salubre giunto semplicemente al punto in cui la crescita incessante chiedeva una pausa tirare il fiato.

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