Su Second Life l'economia non conosce crisi

Mentre l’economia reale si avvia verso una lenta ma progressiva ripresa dopo il crollo degli ultimi mesi, c’è un’economia virtuale, quella di Second Life, che continua a macinare denaro come non mai e si dimostra vivace e molto dinamica.

Le cifre che ruotano attorno al micromondo di Second Life sono, infatti, di tutto rispetto, con un volume d’affari che è arrivato a 567 milioni di dollari reali lo scorso anno, tanto da attirare veri e propri investitori pronti a guadagnare sulla vendita di merci di ogni tipo nonché su speculazioni immobiliari virtuali.

Non sono pochi, infatti, quanti decidono di aprire delle imprese nel mondo virtuale del gioco: grazie agli investimenti molto bassi è facile farsi una posizione e mettere su una propria azienda, basta solo pazienza, tempo da dedicare e ingegno, molto ingegno.

Sì, perché su Second Life si vende praticamente di tutto, dagli oggetti più disparati che replicano oggetti nel mondo reale fino a merce impossibile da comprare nella realtà quale la pioggia e l’abbaiare dei cani.

Come accade nell’economia reale, anche su Second Life si trova un insieme di diverse attività che vanno dalla piccole imprese a quelle più grandi, fino ad arrivare a aziende molto potenti e capaci di vendere anche migliaia di prodotti, arrivando a generare un fatturato da far invidia a molte aziende attive nel mondo fisico.

Insomma il legame tra i Linden dollars, la moneta ufficiale di Second Life, e i dollari veri e propri, appare sempre più fitto e soprattutto profittevole per gli utenti. Come per ogni economia di qualsiasi paese del mondo, anche quella del gioco si regge sugli stessi criteri, con scambi, quotazioni in borsa e transizioni di merce utili a replicare, magari in maniera ancora più democratica in quanto a essere premiate sono la capacità e l’ingegno del singolo, la distribuzione delle ricchezze.

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