App Store, una patata bollente chiamata Opera

Opera Software ha inviato all'App Store il proprio Opera Mini in attesa dell'approvazione da parte del team di controllo delle applicazioni proposte. Apple accetterà un browser non basato su Webkit a far concorrenza al proprio Safari?
Opera Software ha inviato all'App Store il proprio Opera Mini in attesa dell'approvazione da parte del team di controllo delle applicazioni proposte. Apple accetterà un browser non basato su Webkit a far concorrenza al proprio Safari?

Una patata bollente chiamata Opera è appena giunta al vaglio del team deputato all’accettazione delle applicazioni sull’App Store. Opera lo aveva preannunciato nelle settimane scorse in occasione del Mobile World Congress ed ora il grande passo è stato compiuto, creando così le condizioni per uno scontro diplomatico di estremo interesse. Apple accetterà il browser tra le applicazioni per i propri dispositivi (iPhone oggi, iPad poi)?

Le regole dell’App Store indicano come nessuna applicazione sarà accettata se replica o sostituisce funzioni già integrate nel telefono (ad oggi gli unici browser approvati sono figure minori basate su Webkit). Ed è questo, in buona parte, il caso di Opera: Safari è parte integrante del telefono e già permette la navigazione sul Web in modo del tutto simile a quanto permette Opera. L’autorizzazione appare quindi minata alla base, ma il passato suggerisce estrema cautela nei confronti del gruppo europeo poichè è proprio da Opera Software che è partita la denuncia che ha portato all’imposizione del Choice Screen sui sistemi Windows.

Opera ha lanciato la sfida e, non a caso, ha manifestato pubblicamente il passo compiuto sottolineando l’invio del proprio Opera Mini all’App Store, in attesa dell’approvazione. In caso di accettazione, Opera farebbe un grande ulteriore balzo nel mondo del mobile; in caso di respingimento, per Apple potrebbe teoricamente aprirsi un problema diplomatico scomodo visto che coinvolge il gruppo ha già scagliato sul tavolo dell’antitrust europea i legami tra Internet Explorer e Windows.

Opera per ora manifesta tutto il proprio interesse a comparire sull’iPhone presentando anzitutto i vantaggi permessi agli utenti: rendering server-side, compressione dei dati fino al 90%, forte rapidità di apertura delle pagine e minor consumo a livello di traffico. Tutta questione di performance:

Il filmato rende chiaro (e scomodo) il raffronto proprio con Safari, alzando così l’asticella della sfida e cercando un raffronto diretto che metta Apple con le spalle al muro. «Opera Mini è il web browser mobile più popolare al mondo, famoso per aver portato il Web praticamente su qualsiasi telefonino. La sua velocità, la sua usabilità ed il suo design hanno catapultato questo browser su più di 50 milioni di telefoni in tutto il mondo. Creare una versione per iPhone fa parte della mission di Opera per portare il Web su tutte le piattaforme e tutti i dispositivi». Opera punta sulla diversità: il browser non replica soltanto le funzioni di Safari, ma usa una struttura di server per offrire un servizio differente (che peraltro all’iPhone potrebbe far comodo).

Tra Opera Software ed il successo sull’iPhone c’è però un ostacolo rappresentato da una decisione che, in questo caso, si fa oltremodo delicata e strategicamente fondamentale. Senza scomodare per ora l’antitrust, si tratta comunque di una apertura delicata che Apple andrà a vagliare nelle prossime ore.

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