Il primo giorno dell'iPad

Il primo giorno dell'iPad è fatto di code e di acquisti, di applausi e di entusiasmo. 300 mila device sono stati distribuiti durante le prime 24 ore: scaricate 1 milione di applicazioni in un giorno soltanto. Ma Piper Jaffray abbassa subito le stime
Il primo giorno dell'iPad è fatto di code e di acquisti, di applausi e di entusiasmo. 300 mila device sono stati distribuiti durante le prime 24 ore: scaricate 1 milione di applicazioni in un giorno soltanto. Ma Piper Jaffray abbassa subito le stime

L’ora dell’iPad è scattata. Il primo giorno ha seguito il canovaccio previsto, con code e acquisti a fare da contorno ad un evento atteso ormai da mesi. Probabilmente l’iPad non ha visto replicato il calore dell’abbraccio con cui è stato accolto l’iPhone, ma le differenze son tante e tutte le analisi della prima ora sembrano concordare sul fatto che sì, è stato nuovamente un successo.

Una nota Apple ha immediatamente ufficializzato le cifre: durante le prime 24 ore sul mercato il gruppo ha distribuito 300.000 iPad. Il numero è comprensivo di acquisti ex-novo e di ritiri di merce prenotata. «It’s going to be a game changer»: è questo il primo commento ufficiale di Steve Jobs dopo le prime ore del tablet sul mercato, poi immediatamente l’accento si sposta su tutto quel che è il vero oro che cola dall’iPad: le applicazioni. Secondo quando indicato, infatti, ben 1 milione di App sarebbero state scaricate durante il primo giorno ed almeno 250 mila libri sarebbero stati invece distribuiti dal marketplace iBook.

«Gli utenti iPad, in media, hanno scaricato più di 3 applicazioni e circa 1 libro dopo le prime ore seguenti l’apertura del pacchetto». In questi numeri si nasconde tutto il potenziale del prodotto, le cui prime stime indicano in 5-10 milioni di unità distribuite entro fine anno ed almeno 1 milione entro il primo mese (Piper Jaffray ha però abbassato la propria soglia iniziale da 5.6 a 4.3 milioni, indicando una valutazione originale in eccesso nelle proiezioni legate alle prenotazioni).

Sono questi numeri importanti per i destini del dispositivo poichè rappresentano una sorta di scintilla che Apple sta tentando di far scattare nel mondo degli sviluppatori: maggiore è il numero dei clienti potenziali, maggiore è la possibilità per cui le applicazioni vengano sfruttate per essere distribuite. Da questo meccanismo dipende il medesimo ciclo virtuoso che ha permesso all’iPhone di diventare quel che è oggi: «a game changer».

Il traino dello star system, nel frattempo, ha immediatamente iniziato la propria opera. Da “Modern Family” a David Letterman per la vigilia, da Lebron James ad Alyssa Milano per l’immediato post-vendita. Non solo: Steve Jobs sarebbe apparso nell’Apple Store di Palo Alto, mentre Steve Wozniak compariva a San Jose. Il primo della fila a New York era il medesimo già in pole position per l’iPhone anni or sono, mentre a Palo Alto l’attesa è stata guidata dal blogger Robert Scoble: l’iPad sarà probabilmente un «game changer», ma almeno per le prime ore, e per quanto concernente le dinamiche del buzz, le regole del gioco sembrano essere rimaste sostanzialmente le stesse.

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