Tassare Internet per salvare i giornali?

La FIEG fa propria una vecchia idea di De Benedetti e torna a proporre una tassa sulle connessioni Internet che dovrebbe andare transitoriamente a finanziare un comparto dell'editoria in piena crisi. Ma l'ADUC contesta immediatamente la proposta
La FIEG fa propria una vecchia idea di De Benedetti e torna a proporre una tassa sulle connessioni Internet che dovrebbe andare transitoriamente a finanziare un comparto dell'editoria in piena crisi. Ma l'ADUC contesta immediatamente la proposta

«Il presidente della Fieg (Federazione italiana editori giornali), Carlo Malinconico, per far fronte all’aumentato costo delle spedizioni postali (sono state abolite le tariffe agevolate) dei giornali cartacei, ha proposto che sia istituita una tassa (“un caffè al mese o giù di lì”) per chi ha la connessione ad Internet. Una tassa provvisoria per dare ossigeno al settore, anche in attesa di una soluzione al problema dei contenuti editoriali utilizzati in Rete dai motori di ricerca».

Ma questa proposta all’ADUC non va giù. L’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori è quindi la prima a scendere in campo per protestare contro una relazione che, pur prendendo piede dalla FIEG, è in realtà stata firmata in precedenza già da Carlo De Benedetti. E fin da allora ha fatto discutere per il modo in cui interviene in modo greve sull’attuale dibattito in corso circa le nuove forme del giornalismo ed i nuovi modelli di business che stanno prendendo forma sui canali digitali. L’intervento di Carlo Malinconico è stato preannunciato sul sito FIEG dando appuntamento alla Camera dei Deputati per la presentazione dello studio “La Stampa in Italia 2007-2009“, nel quale si prometteva di approfondire le cause all’origine della crisi del settore: «fornirà indicazioni sulle possibili soluzioni per uscirne e muovere nella direzione di un coerente assetto economico e regolamentare che colga le opportunità offerte dagli sviluppi tecnologici in atto».

L’ADUC contesta con forza la proposta partendo dalla scarsa equità dell’idea ed arrivando a sottolineare come, per favorire una editoria in evidente crisi, si andrebbe a colpire un settore altrettanto in difficoltà quanto quello della Rete. L’Italia è infatti un paese nel quale la banda larga fatica ad imporsi (e gli incentivi poco hanno fatto per cambiare la situazione) e nel quale l’analfabetismo informatico è ancora ad alti livelli. Una sovrattassa sulla connettività, quindi, non farebbe altro che aggravare la situazione: «Ci saranno meno navigatori in Internet e i giornali non avranno risolto i loro problemi economici».

Piccata la sentenza dell’ADUC sulla relazione del Presidente FIEG: «Chi pensa che questa possa essere la strada per la soluzione dei propri problemi non comprende la funzione della Rete, che non non è solo una possibile alternativa/concorrenza ai giornali cartacei, ma uno strumento che, a partire dall’informazione, è interattività. […] Forse è meglio che chi fa proposte del genere chiuda subito il proprio giornali e si dedichi ad altro».

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