Pornografia infantile: un dramma che diventa cavallo di Troia nella lotta al P2P

Ciò che lamenta TorrentFreak è sicuramente un uso curioso, e forse oltre i limiti della decenza, del dramma della pedopornografia. In Svezia, ma un po’ in tutte le parti del mondo, il tema è usato come cavallo di troia contro la pirateria.

È sempre difficile, infatti, convincere i legislatori di turno della necessità di immettere filtri nella rete, magari con l’intento di pulirla dall'”odioso” fenomeno del P2P. Si tratta di decisioni che non portano a grandi riscontri elettorali, come dimostra il successo contrario dei partiti pirati.

I politici hanno, invece, orecchie molto più attente quando l’argomento diventa la violenza sui minori. E come dire di no a filtri Internet anti-sfruttamento dei bambini? Nel 2007, all’interno di un seminario anti-pirateria in Svezia, il danese Johan Schlüter avrebbe infatti detto:

La pedopornografia è eccezionale. Eccezionale perché i politici la comprendono bene. Giocando questa carta possiamo ottenere da loro una legge e iniziare a bloccare questi siti. E dopodiché potremo ottenere da loro facilmente di bloccare anche i siti di file-sharing.

Piano geniale e forse “diabolico”: invece di aprire un dibattito “democratico” sull’effettiva nocività della pirateria e sulla utilità/inutilità del copyright, il tentativo sarebbe di scavalcare ogni dubbio cavalcando l’onda emotiva che la pornografia infantile provoca.

Ma dato che il “mercato” dello sfruttamento sessuale dei bambini è per sua natura all’avanguardia per ciò che riguarda i metodi di bypassamento della censura, il grandissimo rischio è che, di tutto questo movimento, a non trarne alcun giovamento sarebbe proprio la lotta a questi fenomeni; e a pagarne il prezzo sarebbero solo The Pirate Bay e soci.

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