Facebook inciampa ancora sulla privacy

UPDATE: L’ufficio stampa di Facebook Italia ci ha inoltrato un comunicato ufficiale relativo al bug che ha coinvolto il social network nelle ultime ore. La società comunica di aver provveduto a risolvere tempestivamente il problema, come già anticipato nel nostro articolo.

Per un certo periodo di tempo, un bug ha consentito che i messaggi di chat e le richieste di amicizia in sospeso di alcuni utenti restassero visibili ai loro amici manipolando le impostazioni di privacy della funzione “Preview my profile” di Facebook. Quando abbiamo ricevuto notizia del problema, i nostri ingegneri l’hanno immediatamente diagnosticato e hanno temporaneamente disattivato la funzione chat. Abbiamo inoltre predisposto una correzione per sistemare le richieste di amicizia che restavano visibili: ora il problema è risolto. La chat sarà di nuovo disponibile sul sito a breve. Siamo intervenuti rapidamente per affrontare il problema, assicurando così un’immediata soluzione una volta che il problema ci è stato segnalato.

Facebook e la privacy, la privacy e Facebook: storia di un amore difficile, storia di un amore mai nato. Che il social network di Mark Zuckerberg spesso sia stato sotto accusa per delle scelte che riguardano la riservatezza dei dati degli utenti è cosa ormai famosa, così come famosi sono diventati alcuni “scivoloni”, non si sa quanto voluti, riguardo sempre questo delicato tema.

Uno dei tanti, il più recente, è quello evidenziato nelle scorse ore e riguarda un bug insito nello strumento con cui gli utenti possono verificare il funzionamento delle proprie impostazioni per la privacy.

Con questa funzione è infatti possibile vedere il proprio profilo simulando l’identità di un utente terzo, in modo da farsi un’idea su cosa sia visibile dall’esterno tra i dati personali immessi.

Il problema, però, è che tale utile strumento non consentiva solo di avere una panoramica delle impostazioni per la riservatezza, bensì dava l’opportunità di vedere la chat dell’utente senza filtri e limitazioni, con buona pace della privacy delle conversazioni.

Accadeva così che uno strumento messo a disposizione per aiutare l’utente a proteggersi da intrusioni esterne ai propri dati, diventava invece una specie di “cavallo di troia” tramite cui una parte importante delle proprie attività su Facebook, la chat appunto, diventava teoricamente di dominio pubblico.

Il bug, mostrato chiaramente nel filmato che trovate a fondo post, è stato immediatamente bloccato impedendo l’accesso alla chat, ma quel che rimane è l’ennesimo scivolone del social network su un tema tanto sentito dagli utenti, con il rischio di dare un’ulteriore colpo all’immagine, già precaria, che Zuckerberg e la sua creatura si sono fatti in questi anni per quanto riguarda la tutela dei dati degli iscritti.

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