Agenda Digitale: obiettivo 2020

La Commissione Europea ha fissato una deadline: entro il 2020 l'Europa dovrà essersi attrezzata degli strumenti necessari per far crescere l'economia grazie alle opportunità che la dimensione digitale è in grado di sviluppare. E si parte dalla banda larga
La Commissione Europea ha fissato una deadline: entro il 2020 l'Europa dovrà essersi attrezzata degli strumenti necessari per far crescere l'economia grazie alle opportunità che la dimensione digitale è in grado di sviluppare. E si parte dalla banda larga

Se fissare scadenze brevi è inutile e fuorviante poichè significa affogare gli obiettivi nella velocità e nell’assenza di fondi per gli investimenti, l’Unione Europea decide quindi di fissare date di lunga scadenza, chiedendo così impegni comuni e passi progressivi affinchè entro il 2020 tutto il continente possa allinearsi in tema di banda larga. Tutto ciò perchè, soprattutto nel mondo digitale, ci sono grandi opportunità ancora tutte da esplorare: «Negli ultimi 15 anni le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno già determinato la metà dell’aumento di produttività in Europa ed è probabile che questa tendenza sia sempre più marcata».

L’obiettivo fissato per il 2020 è quello di una connessione da 30Mbps per la totalità dei cittadini, il tutto con almeno metà della popolazione capace di navigare a 100Mbps. Il tutto con uno step intermedio: entro il 2013 tutti i cittadini debbono avere almeno una connessione broadband basilare. Il principio è quello per cui l’Unione Europea sia oggi ai margini dell’innovazione sul Web soprattutto poiché scarsamente coinvolta nelle dinamiche della rete: soltanto l’1% dei cittadini europei ha una connessione in fibra contro ad esempio il 12% dei Giapponesi; in Europa, inoltre, ben il 30% dei cittadini non ha mai avuto accesso al Web e ne ignora pertanto la filosofia, le dinamiche e gli strumenti.

«Dobbiamo porre gli interessi dei cittadini e delle aziende europee al centro della rivoluzione digitale, in modo da sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per la creazione di nuovi posti di lavoro, la sostenibilità e l’inclusione sociale»: così Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile dell’Agenda del digitale. Il piano che mette in campo l’UE prevede 100 piccoli passi e 31 interventi legislativi. In primis occorre abbattere le barriere interne all’Unione, poichè in assenza di un mercato unico diventa difficile auspicare ad economie di scala in grado di abilitare ad un rapido sviluppo delle infrastrutture necessarie. Abbattere i confini legislativi tra i paesi membri, omologando così l’UE attorno a regole chiare e precise, significherebbe offrire maggiori opportunità al mercato stimolando altresì l’approccio al Web da parte della cittadinanza.

Il piano prevede, per contro, anche adeguate difese di fronte ai cyberattacchi, maggiori investimenti nella ricerca, la creazione di leggi comunitarie in grado di forzare la mano a livello nazionale, un maggiore impegno nella telemedicina ed il miglioramento delle capacità dei singoli nell’uso degli strumenti del Web. Sette gli obiettivi esplicitamente pronunciati:

  • Un nuovo mercato unico per sfruttare i benefici apportati dall’era digitale
    I cittadini dovrebbero poter usufruire di servizi commerciali e prodotti di intrattenimento culturale su base transnazionale. Ma i mercati dell’UE sono ancora segmentati da barriere che impediscono l’accesso a servizi di telecomunicazione e digitali e a contenuti offerti su scala europea. Il numero di brani musicali scaricati attualmente negli USA è quattro volte superiore rispetto all’UE, che presenta mercati frammentati caratterizzati da una mancanza di offerta legittima. La Commissione intende aprire l’accesso a contenuti legittimi in rete semplificando i meccanismi esistenti di liberatoria del diritto d’autore, rilascio transfrontaliero di licenze e gestione dei diritti. Altre azioni comprendono l’agevolazione dei pagamenti e della fatturazione elettronica nonché la semplificazione della risoluzione delle controversie in rete.
  • Migliorare la definizione e l’interoperabilità delle norme TIC
    Per facilitare la creatività, l’aggregazione e l’innovazione da parte dei cittadini, abbiamo bisogno di prodotti e servizi TIC aperti e interoperabili.
  • Migliorare il tasso di fiducia e la sicurezza
    I cittadini europei non faranno ricorso a tecnologie delle quali non si fidano — devono sentirsi a proprio agio e sicuri quando accedono a servizi online. Una risposta europea meglio coordinata ai ciberattacchi e norme più rigorose in merito alla protezione dei dati personali costituiscono parte della soluzione a questo problema. Potenzialmente, le azioni potrebbero anche obbligare i gestori di siti web a comunicare agli utenti eventuali violazioni della sicurezza che coinvolgono i loro dati personali.
  • Aumentare l’accesso a internet veloce e superveloce per i cittadini europei
    L’obiettivo per il 2020 è di offrire l’accesso a internet a velocità pari o superiori a 30 Mbp a tutti i cittadini europei, nonché connessioni a 100 Mbp ed oltre alla metà delle famiglie europee. Oggi, solo l’1% dei cittadini UE ha accesso a reti ad alta velocità a fibra ottica, contro il 12% dei giapponesi e il 15% dei sudcoreani (cfr. tabella allegata). L’internet superveloce è un requisito essenziale per una crescita economica forte, per la creazione di nuovi posti di lavoro e di prosperità, ma anche per garantire che i cittadini possano accedere ai contenuti e ai servizi che desiderano. La Commissione esplorerà, tra le altre cose, anche vari modi per attrarre finanziamenti destinati allo sviluppo delle reti a banda larga attraverso meccanismi di rafforzamento del credito e fornirà orientamenti su come incoraggiare gli investimenti nelle reti a fibra ottica.
  • Incrementare la ricerca di punta e l’innovazione nelle TIC
    L’Europa deve investire di più nel settore R&S e deve facilitare il concretizzarsi sul mercato delle migliori idee prodotte in Europa. L’Agenda mira, tra l’altro, a incrementare gli investimenti privati con fondi regionali europei e ad aumentare i finanziamenti UE destinati alla ricerca così che l’Europa possa tenere il passo con i concorrenti e addirittura superarli. Gli investimenti UE nella ricerca TIC rappresentano meno della metà di quelli USA (37 miliardi di euro contro 88 miliardi, nel 2007).
  • Fornire a tutti i cittadini europei competenze digitali e servizi online accessibili
    Oltre la metà dei cittadini europei (250 milioni) si collega ogni giorno a internet, ma un altro 30% non lo ha mai fatto. Tutti, vecchi e giovani e a prescindere dall’estrazione sociale, hanno diritto ad accedere alla conoscenza e alle competenze necessarie a far parte dell’era digitale, dato che ormai, e sempre in maggior misura, il commercio, i servizi pubblici, quelli sociali e sanitari, l’istruzione e la vita politica sono reperibili in rete.
  • Sfruttare il potenziale delle TIC a vantaggio della società
    Dobbiamo investire nell’uso intelligente della tecnologia e nello sfruttamento delle informazioni per trovare soluzioni che riducano il consumo energetico, sostengano una popolazione che invecchia, consentano ai pazienti di avere un ruolo più incisivo e migliorino l’accesso alla rete delle persone con disabilità. Uno degli obiettivi potrebbe essere di consentire ai pazienti la consultazione delle cartelle cliniche, ovunque si trovino in Europa, entro il 2015. L’Agenda contribuirà allo sviluppo di tecnologie TIC votate al risparmio energetico, quali le tecnologie d’illuminazione allo stato solido (Solid State Lighting, SSL) che utilizzano il 70% in meno di energia rispetto a quelle tradizionali.

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