Il progetto per la banda larga italiana presentato al tavolo dell'Unione Europea

La tanto agognata nuova rete a banda larga di nuova generazione italiana sembra avere, finalmente, un ulteriore alleato in più: l’Unione Europea che, nella persona di Neelie Kroes, commissario UE per l’Agenda Digitale ha ascoltato all’ennesimo tavolo delle trattative gli operatori di telecomunicazioni interessati ai lavori che per alterne vicende hanno finora visto solo tiepidi passi verso l’effettivo compimento.

Stefano Parisi in rappresentanza di Fastweb-Swisscom, Paolo Bertoluzzo per Vodafone Italia e Luigi Gubitosi di Wind hanno incontrato nella giornata di ieri il commissario Kroes per parlare proprio del progetto legato alla nuova rete in fibra ottica e cercare di ottenere l’approvazione e il prezioso sostegno anche della UE. I tre manager avrebbero, secondo quanto riportato dalla stampa, anche sollevato il problema relativo alla penetrazione di Internet nel nostro Paese inferiore alla media europea e l’inefficienza delle infrastrutture di Telecom che si tradurrebbe in aumenti esagerati dei costi wholesale.

La riuscita del progetto “Fibra per l’Italia“, portato avanti dagli operatori che abbiamo prima citato, ha bisogno di nuovi investimenti per il cablaggio con rete in fibra nel nostro Paese, che sostituisca in tempi veloci i vecchi cavi in rame che non possono più garantire di rimanere al passo con le tecnologie di comunicazione attuali. Ora che anche l’UE è stata mobilitata l’auspicio è che finalmente le trattative possano giungere a un risultato concreto.

L’appoggio e le competenze tecniche di Telecom, come già ribadito in più occasioni, sembrano essere veramente indispensabili per muovere i primi passi verso la nuova NGN ma al momento ci sono diverse lacune infrastrutturali che affliggono proprio l’ex monopolista e che devono essere colmate al più presto; chissà che la Comunità Europea erogherà fondi per gli investimenti. Nel frattempo un nuovo incontro è stato indetto per i prossimi giorni dal vice ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, con i vertici delle tre aziende coinvolte.

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