Il jailbreak di iPhone è legale: la risposta di Apple

Con un comunicato comparso sul sito ufficiale della fondazione, EFF ha annunciato ieri di aver effettuato tre significativi passi in avanti nel lungo cammino volto a garantire agli utenti e ai netizen la piena libertà d’utilizzo dei propri dispositivi e di accesso ai contenuti multimediali per finalità non commerciali. Una delle tre modifiche all’applicazione del Digital Millennium Copyright Act riguarda la possibilità di apportare modifiche ai sistemi operativi di apparecchiature come iPhone o altri smartphone, al fine di eseguire codice non autorizzato dal produttore e senza incorrere in rischi legati alla violazione delle norme vigenti.

Apple non è certo stata a guardare, replicando in tutta fretta alla decisione, nel tentativo di arginare il già vasto numero di clienti che ricorrono alle più svariate tecniche di jailbreak, prospettando loro sia la perdita della garanzia che l’insorgere di possibili malfunzionamenti.

L’obiettivo di Apple è sempre stato quello di assicurare ai nostri clienti una grande esperienza di utilizzo relativa ai dispositivi iPhone e sappiamo che il jailbreak può influire negativamente su questo aspetto.

Come abbiamo già detto, la maggior parte di loro non pratica operazioni simili, in quanto rende inapplicabile la nostra garanzia e potenzialmente instabile il corretto funzionamento del telefono.

Questa la sintetica dichiarazione rilasciata da un portavoce dell’azienda sulle pagine di CultOfMac.com. Una posizione netta, ma che non chiarisce i dubbi in merito a eventuali contromisure di tipo legale che Apple potrebbe, come già accaduto in passato, mettere in atto nei confronti di quelle realtà impegnate nello sviluppo di codice non autorizzato.

Il numero di dispositivi sbloccati sarebbe, sempre secondo la fonte della dichiarazione, di circa 10 milioni. Un potenziale bacino d’utenza davvero vasto per chi volesse cimentarsi nella creazione di applicazioni a loro dedicate, con la finalità di distribuirle attraverso piattaforme alternative al più tradizionale App Store, come la celebre Cydia o l’ormai defunta Icy.

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