Google bloccato in Cina, anzi no

Google ha segnalato nella giornata di ieri un nuovo improvviso blocco nelle attività sul territorio cinese. Allarme, però, rientrato: pochi segnali problematici sarebbero stati sovrastimati ed in realtà la situazione è stata immediatamente ripristinata
Google ha segnalato nella giornata di ieri un nuovo improvviso blocco nelle attività sul territorio cinese. Allarme, però, rientrato: pochi segnali problematici sarebbero stati sovrastimati ed in realtà la situazione è stata immediatamente ripristinata

Nella giornata di ieri Google ha lanciato l’allarme: i servizi di Mountain View sono stati nuovamente fermati in Cina per una non meglio motivata rappresaglia censoria. Immediatamente si è pensato ad una nuova improvvisa rottura nei rapporti tra le parti dopo che nei giorni scorsi sembrava essere iniziato un nuovo periodo di tregua. A distanza di poche ore, però, arrivano le smentite: nessun blocco e nessuna censura, ma semplicemente un errore di valutazione.

Errore, però, non casuale. Errore, anzi, che sembra mettere in forte risalto le tensioni latenti tra le parti in una situazione esplosiva nella quale basta una qualsiasi scintilla per far deflagrare un nuovo conflitto tra le parti. Un piccolo problema di non precisata natura, infatti, ha fatto ipotizzare un nuovo scandalo e per qualche ora la bacheca di monitoraggio dei servizi cinesi di Google ha mostrato una colonna rossa del tutto esplicativa: il servizio è fermo, la Cina ha mosso il suo esercito informatico per una nuova ennesima censura.

Nel giro di poche ore, però, tutto torna nella norma. Google, anzi, si trova addirittura a rettificare spiegando che «è possibile che le nostre macchine abbiano sovrastimato il livello del blocco […] Sembra ci sia stato un blocco relativamente piccolo. Sembra ora che i nostri utenti in cina accedano ai nostri servizi normalmente».

Bacheca di monitoraggio dei servizi Google

Bacheca di monitoraggio dei servizi Google

L’apposita dashboard per il monitoraggio segna ora una situazione normale, per quanto il concetto di “normale” vada commisurato alla realtà cinese. Nelle settimane scorse Google ha infatti proposto una nuova formula della propria attività sul territorio e le autorità hanno approvato: ad oggi i servizi attivi risultano essere Google.cn, Google Images, Google News, AdWords e Gmail, mentre molte altre funzioni risultano essere limitate (Groups, Mobile, Docs) o del tutto depennate dalla rete cinese (Search Suggest, YouTube, Sites, Blogger, Picasa). Google spiega ora che la dashboard non è una fotografia dei server in tempo reale ed emerge il fatto che poche segnalazioni potrebbero aver portato a pesare in modo sproporzionato piccoli problemi circostanziati e di breve durata.

Allarme rientrato. Ma non rientra la tensione tra le parti, sempre e comunque tangibile.

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