DDoS, la protesta che viene dal P2P

Operation Payback è una azione organizzata che ha permesso ad un esercito di anonimi di portare offline i siti MPAA e RIAA
Operation Payback è una azione organizzata che ha permesso ad un esercito di anonimi di portare offline i siti MPAA e RIAA

Un weekend difficile in casa RIAA: un attacco di massa è stato scatenato contro i server del gruppo, seguendo così i destini dell’omologa MPAA. Ma si è trattato di un attacco del tutto particolare poiché estremamente pubblicizzato, estremamente incisivo ed estremamente rumoroso.

Parte tutto da 4Chan, dove un messaggio anonimo lancia una azione di massa tanto contro i server della MPAA quanto contro i server AiPlex Software. Quest’ultimo gruppo, infatti, è stato assoldato dall’associazione dei produttori cinematografici per combattere sul campo le risorse della Pirate Bay: l’accusa di mecenatismo porta all’azione di massa, una sorta di “class action” senza processo ed immediatamente giunta alla sentenza finale. L’MPAA cade immediatamente e a distanza di poco tempo è l’ora della RIAA: una schiera di tweet celebra la caduta, l’obiettivo è raggiunto.

L’assalto prende il nome di “Operation Payback“: 4Chan è il punto di riferimento degli “anonimi”, i quali scaricano le istruzioni (il tool LOIC – Low Orbit Ion Cannon) ed operano privatamente per partecipare in qualità di soldati all’esercito che ha lanciato la guerra contro la RIAA. Anche dal punto di vista legale il tutto è difficilmente arginabile: i contatti sono anonimi e quindi la guerra risulta combattuta da un esercito privo di identità individuali (ma con una potenza di fuoco di grande impatto).

Operation Payback diventa pertanto immediatamente un simbolo. La community della Baia, non potendosi difendere altrimenti, attacca la controparte con le armi che ha a disposizione: prende così piede una forma di protesta alternativa in risposta ad una guerriglia tecnica che MPAA e RIAA mettono in campo per frenare la pirateria sul campo della tecnologia. La caduta di RIAA ed MPAA delle ultime ore potrebbe diventare a questo punto un precedente importante, forse un punto di partenza: la forza dell’anonimato potrebbe scatenarsi in futuro proprio contro coloro i quali da tempo temono l’anonimato per il potere anarchico che sprigiona. E quando una azione coordinata riesce a catalizzare tutta questa forza, l’effetto sprigionato è misurabile in numero di contatti, in minuti di black-out, in quantità di DDoS.

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