Da OpenOffice a LibreOffice

I volontari alla base dello sviluppo di OpenOffice si ribellano ad Oracle: nasce The Document Foundation e si paventa l'ipotesi LibreOffice
I volontari alla base dello sviluppo di OpenOffice si ribellano ad Oracle: nasce The Document Foundation e si paventa l'ipotesi LibreOffice

Nasce con un comunicato ufficiale “The Document Foundation“, la fondazione con la quale la comunità dei volontari che sviluppano e promuovono OpenOffice.org si coalizza attorno ad una fondazione indipendente con la quale garantire futuro e successo all’evoluzione del progetto. E la fondazione sembra raccogliere immediatamente vasto consenso, mettendo Oracle con le spalle al muro: questa è la realtà, prendere o lasciare.

Il passaggio evolutivo annunciato viene dopo 10 anni di lavoro a stretto contatto con Sun Microsystems e viene formalizzato «con l’obiettivo di dare vita alla promessa di indipendenza del programma originale». Oggi il marchio OpenOffice.org è in mano ad Oracle, e di qui la forzatura imposta alla proprietà: la fondazione apre le porte ad Oracle, ma chiede che di fatto il marchio venga donato consentendo una libera prosecuzione dei lavori in piena indipendenza rispetto al gruppo proprietario. Nel caso in cui Oracle non accetti, c’è già pronta una soluzione alternativa: “LibreOffice” è il nome che andrebbero ad assumere le future versioni della suite, sancendo pertanto una scissione nei fatti tra la base ed i vertici dell’organigramma oggi responsabile delle sorti di OpenOffice. Ed il primo passo è già ufficiale: LibreOffice è immediatamente scaricabile online sul sito della The Document Foundation nella sua prima beta release in lingua inglese (con numerazione progressiva 3.3, segnando cioè un’esplicita linea evolutiva rispetto ad OpenOffice).

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Spiega Italo Vignoli, Presidente dell’Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org) ed ora membro del team della nuova fondazione:

Riteniamo che la Fondazione sia un passo molto importante per l’evoluzione della suite di produttività libera, perché separa lo sviluppo del codice e il futuro del progetto dagli interessi commerciali di una singola azienda. I sostenitori del software libero, in ogni parte del mondo, hanno la straordinaria opportunità di unirsi al gruppo dei membri fondatori a partire da oggi, per scrivere un nuovo capitolo nella storia del FLOSS

Per essere libero veramente, insomma, OpenOffice.org deve liberarsi dal legame con Oracle, con cui ci si presta alla collaborazione ma da cui non si accettano indicazioni di interesse aziendale. Il plauso, quindi, non può che arrivare anche da Richard Stallman, Presidente della Free Software Foundation:

Sono felice di sapere che The Document Foundation non raccomanderà l’uso di estensioni non libere, che in questo momento rappresentano il principale problema di OpenOffice.org. Spero che gli sviluppatori di LibreOffice e gli sviluppatori di OpenOffice.org pagati da Oracle riescano a collaborare allo sviluppo del codice sorgente

Fin da subito, inoltre, giunge anche il pieno appoggio di un gruppo quale Google il quale, tramite l’Open Source Programs Manager Chris DiBona, spalleggia così l’idea LibreOffice:

La nascita di The Document Foundation è un passo in avanti significativo per gli sviluppi futuri delle suite di produttività. L’eliminazione delle barriere di accesso ai contributi è fondamentale per creare una comunità ampia e attiva intorno a un progetto di software libero. Google è orgogliosa di essere tra i supporter di The Document Foundation e di partecipare al progetto

Novell si spinge oltre, auspicando che LibreOffice possa diventare il Firefox dei software della produttività:

Siamo impazienti di collaborare con The Document Foundation allo sviluppo di una suite di produttività libera. Speriamo che LibreOffice riesca a fare nel settore dei software per la produttività quello che Mozilla Firefox ha fatto in quello dei browser

E infine due appoggi fondamentali: quello di Red Hat,

In ogni parte del mondo, gli utenti, le aziende e le istituzioni stanno scegliendo soluzioni software aperte basate su standard aperti. LibreOffice rappresenta l’anello mancante nel mondo dell’ufficio, e noi di Red Hat siamo fieri di far parte di questo progetto

e quello della Canonical

Il software di produttività è un componente indispensabile del desktop libero, e il nostro progetto integrerà LibreOffice di The Document Foundation nelle prossime versioni di Ubuntu. Grazie al patrocinio di The Document Foundation, LibreOffice offre agli sviluppatori di Ubuntu la possibilità di collaborare al codice, e questo permette a Ubuntu di essere una soluzione eccellente per i desktop in ambiente da ufficio

La decisione spetta ad Oracle: accettare la scissione ed entrare in collaborazione con il progetto donando il nome OpenOffice.org, oppure rompere il legame ed accettare la coesistenza tra OpenOffice e LibreOffice. Novell, Google, Red Hat ed Ubuntu hanno già scelto.

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