Che tipo di geek sei?

Ammettiamolo: se stai leggendo questo post, probabilmente sei un geek. Come d’altronde è geek ancor di più chi lo sta scrivendo. Ma di che tipo? La cultura Web è soltanto uno dei rami più robusti di questo albero genealogico che qualcuno ha provato a descrivere.

Flowtown ha disegnato una infografica (si definisce così un disegno, una mappa concettuale, che esemplifica dei contenuti adatti all’informazione) davvero spassosa.

In questo albero genealogico in stile evolutivo sono descritti i progenitori di tutti gli addicted contemporanei: il tech, il Web, le serie tv, la moda, i videogame, i computer, i fumetti, e via dicendo.

The evolution of Geek” fa risalire il termine addirittura al 16° secolo, quando significava “folle”, ma qualcuno lo fa risalire invece a “gecken” che nel 18° secolo nell’Impero austroungarico indicava il circense il cui numero prevedeva di staccare la testa ai polli vivi con morso.

La prima volta che questo termine compare nel significato odierno è negli anni ’50, gli anni pionieristici della computerizzazione. Era ancora una sottocultura definita col termine offensivo “nerd“, ma che ben presto si ibridò con la cultura pop e quella accademica: primo passaggio fondamentale per la sua evoluzione.

Con l’arrivo di Internet, le figure carismatiche di Bill Gates (forse il nerd più famoso del mondo) e Steve Jobs, il termine geek si evolve e arriva ad indicare, in realtà, numerosi sottogruppi, che spesso si guardano pure di traverso e pensano di non avere nulla a che spartire cogli altri.

Una competizione talvolta anche all’interno della stessa area, cosiddetta Fandom, vedi il caso clamoroso dei “trekker” (fanatici di Star Trek) e degli invasati di Star Wars.

Questa evoluzione arriva sino ad oggi, incredibilmente suddivisa in minuscoli gruppi, spesso varianti del ceppo tecnologico in versione chic, ormai senza più una connotazione negativa, anzi: il geek del cibo, del design, del teatro, il Gleek (dall’omonima serie televisiva Glee) sono socialmente accettati e molto “cool”.

Ora coraggio, non siate timidi: in quale categoria vi riconoscete? Chi sono i vostri illustri antenati? O magari pensate manchino alcune categorie?

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