Europa, prove di cyberwar

L'Unione Europea ha avviato Cyber Europe 2010, con una simulazione di cyberwar che ha coinvolto i 27 paesi membri, per testare la preparazione e prepararsi a possibili attacchi
L'Unione Europea ha avviato Cyber Europe 2010, con una simulazione di cyberwar che ha coinvolto i 27 paesi membri, per testare la preparazione e prepararsi a possibili attacchi

Sicurezza informatica non significa solo protezione contro virus e malware in generale, ma anche cyberwar. Il problema delle guerre informatiche sta emergendo sempre di più, tanto che già nel 2006 se ne prevedeva uno scoppio a livello mondiale, mentre gli stessi Stati Uniti si sono dichiarati preoccupati che un conflitto digitale potesse diventare realtà. Sebbene i quadri apocalittici dipinti di tanto in tanto non si siano avverati, il problema è oggi intatto ed il rischio rimane concreto, tanto che l’Unione Europea ha effettuato una simulazione attraverso il piano Cyber Europe 2010 per mettere sotto stress i propri apparati di difesa.

Tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, compresi Islanda, Norvegia e Svizzera, hanno partecipato a questa simulazione come membri attivi o semplici osservatori, secondo il seguente scenario: uno dei paesi ha simulato difficoltà crescenti nell’accesso ad Internet, rendendo difficile per i cittadini, le imprese e le istituzioni pubbliche l’accesso ai servizi essenziali, spingendo gli Stati alleati a collaborare per evitare un blocco totale della rete.

Jonathan Todd, portavoce della Commissione per gli affari digitali ha affermato che «Gli esperti di sicurezza hanno dovuto lavorare insieme per prevenire una simulazione di crash totale della rete» , aggiungendo anche che «Qualsiasi scenario da “Guerra dei mondi” è da escludere, perchè questa è stata solo un’esercitazione che non avrà effetti sulle connessioni Internet in Europa».

L’Europa ha quindi preso sul serio la possibilità di una minaccia informatica che, al giorno d’oggi, potrebbe mettere in ginocchio l’attuale società: basti pensare a quanto accaduto nel 2007 in Estonia e a tanti altri episodi di cyberterrorismo. Gli Stati Uniti si sono da tempo attrezzati con esercizi di questo tipo, mentre l’UE continuerà su questa strada anche in futuro, anche per testare quali nazioni sono più preparate. Inoltre la sicurezza informatica sarà in agenda nel summit del 20-29 novembre della NATO, a Lisbona.

La simulazione europea, condotta grazie alla partecipazione del Cyber Security Operations Centre (CSOC), il Centre for the Protection of National Infrastructure (CPNI), e il Department for Business, Innovation and Skills (BIS), è stata preparata in maniera differente dall’operazione Cyber Storm III tenuta in territorio americano a settembre. Mentre Cyber Storm III ha coinvolto i settori industriali, Cyber Europe 2010 si è concentrato sugli enti pubblici. Diversi anche i valori economici in campo: Cyber Storm III ha potuto contare su milioni di dollari, mentre il progetto europeo ha utilizzato fondi molto inferiori.

La simulazione si è completata con le parole di Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europa per l’Agenda Digitale, secondo cui «Questa esercitazione, servita per testare la preparazione dell’Europa contro le minacce informatiche, è un primo passo importante verso una collaborazione per combattere le potenziali minacce online alle infrastrutture essenziali e assicurando che cittadini e imprese si sentano in un ambiente online sicuro e protetto». Un buon inizio per un progetto che continuerà con nuove simulazioni, per quello che molto probabilmente diventerà, in futuro, un elemento fondamentale della sicurezza dei cittadini.

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