MySpace alza bandiera bianca?

MySpace si appresta a licenziare circa la metà della propria forza lavoro. Coinvolto dai tagli anche il team italiano
MySpace si appresta a licenziare circa la metà della propria forza lavoro. Coinvolto dai tagli anche il team italiano

Il recente rilancio, un nuovo logo, una nuova veste grafica, ma probabilmente tutto ciò non è servito: entro domani il team di MySpace potrebbe essere più che dimezzato, cancellando definitivamente ogni velleità di recupero nei confronti di un mondo dei social network prima dominato e poi definitivamente perduto con l’avanzare inesorabile delle armate Facebook. Ed in ciò, è chiaro, la News Corp. di Rupert Murdoch ha evidentemente fallito.

Le voci avevano preso piede nel mese di dicembre, ma ora le conferme sembrano ormai vicine: nelle prossime ore il gruppo potrebbe annunciare il licenziamento di circa 600 dipendenti, il che significa un sostanziale dimezzamento della forza lavoro all’interno di un team che ad oggi conta circa 1100 unità. La decisione potrebbe essere stata intrapresa al fine di ridurre in modo radicale le spese in capo al network, rendendo così economicamente sostenibile l’attività.

Il taglio del personale, il secondo nel giro di pochi mesi, è però un colpo mortale alle (già risicate) ambizioni per il social network che più di ogni altro aveva saputo esprimere in passato il proprio DNA nel mondo della musica: il redesign non è bastato, il nuovo logo è stato soltanto maquillage ed in generale la community è andata in calando subendo prima il sorpasso di Facebook ed in tempi recenti anche quello di Twitter. MySpace ha perso ogni margine di recupero ed ora i licenziamenti di massa potrebbero essere soltanto il primo passo verso una china dagli orizzonti ben peggiori.

C’è stato un tempo in cui MySpace dominava. Rupert Murdoch comprava il network e poi per mesi elogiava il proprio investimento per la crescita ottenuta senza muovere un ciglio. C’è stato un tempo in cui MySpace era un punto di riferimento, un unicum nel suo genere ed un modello inimitabile. Poi però qualcosa è cambiato: la concorrenza s’è sbarazzata presto del vecchio leader e Murdoch non sembra aver capito che il suo asset si stava lentamente svuotando sotto i suoi occhi. L’avvicendamento è stato rapido e MySpace si è trovato in poco tempo chiuso nel proprio stesso immobilismo, incapace di reagire alla sfida lanciata da Mark Zuckerberg ed inerme di fronte ad un mercato che stava per essere stravolto a colpi di “mi piace”. L’accordo firmato a novembre, insomma, era soltanto la firma dell’armistizio.

L’ipotesi in prospettiva è ora quella della cessione. La News Corp potrebbe infatti pensare di liberarsi di un nome ormai più scomodo che utile, ma per far ciò occorre anzitutto risistemare i conti per trovare un acquirente potenzialmente interessato. Stando la difficile realtà di MySpace, la cessione andrebbe peraltro a tagliare il rapporto di partnership stipulato con Google e relativo alla raccolta pubblicitaria sul social network.

Le conferme arriveranno nelle prossime ore. I licenziamenti dovrebbero pesare anche sul team italiano di MySpace, il quale sarà coinvolto nella cancellazione dei 2/3 delle unità impegnate nelle divisioni internazionali del gruppo.

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