Chrome abbandona H.264, Microsoft lo riabilita

Microsoft fa sapere di voler riportare H.264 in Google Chrome tramite un plugin volto a riabilitare la riproduzione di video tramite tale codec
Microsoft fa sapere di voler riportare H.264 in Google Chrome tramite un plugin volto a riabilitare la riproduzione di video tramite tale codec

Google attacca, Microsoft risponde. Lo scontro tra Mountain View e Redmond è sempre più acceso. Dopo le accuse da parte del gigante delle ricerche nei confronti di Bing la palla è passata nelle mani di Microsoft, che preferisce cambiare terreno di gioco e passare al mondo della multimedialità. Il gruppo di Redmond ha infatti annunciato di voler sviluppare un plugin per il browser Chrome in grado di reintrodurre il supporto allo standard H.264.

Una mossa che giunge dopo le dichiarazioni da parte degli ingegneri Google di voler abbandonare tale standard in Chrome a favore di un più libero e meno costoso WebM, soluzione partorita in quel di Mountain View e dunque particolarmente gradita a “Big G”. H.264, d’altro canto, può vantare un elenco di sostenitori piuttosto ampio, con Microsoft che figura in prima linea insieme ad Apple. Ed è proprio questo il motivo della decisione di creare un plugin per Chrome: Microsoft crede fortemente in H.264, ha investito ingenti fondi per contribuire al suo sviluppo ed alla sua diffusione, e farà di tutto affinché continui ad essere il codec più usato per la multimedialità sul web.

In tal senso Microsoft ha già fatto registrare in passato altri importanti segnali: è del mese di dicembre la notizia di un plugin per Firefox in grado di abilitare la riproduzione di video basati su H.264 (cui con ogni probabilità sarà ispirato quello per Chrome), mentre è noto come Windows 7 presenti il supporto a tale codec in maniera nativa. D’altro canto, il gruppo di Redmond nutre diversi dubbi riguardo gli eventuali riscontri legali che l’utilizzo di WebM potrebbe avere: per quanto Google dichiari di possedere tutti i brevetti necessari ad utilizzare lo standard VP8 (sul quale WebM si basa fortemente), non è ancora chiaro se in futuro una qualche azienda possa reclamare la proprietà intellettuale su tale codec, con inevitabili ripercussioni su tutti coloro che ne nel frattempo ne avranno fatto uso.

Il mondo della distribuzione di video tramite la rete è dunque ad un punto cruciale della sua storia e potrà prendere una traiettoria inattesa così come continuare lungo la strada percorsa finora. La situazione attuale è però in fase di stallo, con le due fazioni schierate una contro l’altra senza alcuna possibilità di dialogo. Un dialogo, peraltro, necessario per gettare le basi per un progetto volto a unificare gli standard multimediali in nome dell’interoperabilità, un concetto finora tirato in ballo numerose volte ma mai realmente approfondito.

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