Traduzioni online? Questione di matematica

Dai primi esperimenti con i modelli linguistici, si è passati a utilizzare per le traduzioni online la statistica e le teorie della probabilità.
Dai primi esperimenti con i modelli linguistici, si è passati a utilizzare per le traduzioni online la statistica e le teorie della probabilità.

Anni or sono le traduzioni online non erano così precise come lo sono oggi, e questo per via degli strumenti, elementari ed inadatti, che venivano utilizzati in passato. Oggi, invece, per tradurre i documenti online, servizi come quelli di Google o Yahoo Babelfish sfruttano i principi matematici. E le cose sono cambiate radicalmente.

Come sottolineato dal Washington post, fino agli anni ’70 i ricercatori che lavoravano sulla traduzione automatica utilizzavano canonici modelli linguistici con i quali si cercava di capire grammaticalmente il senso di una frase nella lingua di origine per poi crearne una dal significato simile in un’altra lingua. Il problema stava nel fatto che le regole grammaticali differenti per ogni lingua rendevano tutto troppo difficile, rendendo ingestibili ed inaffidabili le trasposizioni da un sistema ad un altro.

Frederick Jelineck di IBM, che ha lavorato negli anni ’70 sul metodo del riconoscimento vocale, era convinto che utilizzando le statistiche e la teoria delle probabilità piuttosto che le regole linguistiche, un computer potesse fare un lavoro migliore di conversione da una lingua ad un’altra: era più un problema matematico che linguistico, a suo parere, e anche se il computer non avrebbe capito il significato di ciò che stava traducendo, si riusciva a creare in questo modo un database enorme di parole e frasi per ogni lingua. Il terminale poi andava programmato per trovare le costruzioni più comuni e l’allineamento delle parole, e queste probabilmente corrispondevano tra le diverse lingue.

I primi esperimenti con questa soluzione iniziarono con dei procedimenti provenienti dal Parlamento canadese, pubblicati in inglese e in francese, e a poco a poco il metodo venne affinato e il database di parole comuni e dei gruppi di parole è lievitato costantemente, garantendo una crescente precisione di traduzione da una lingua origine a quella di destinazione. È questa l’essenza del sistema che oggi Google, Yahoo Babelfish e gli altri servizi di traduzione online utilizzano: ci sono voluti venti anni, ma oltre alle tecniche più raffinate si è arrivati ad avere anche computer tanto potenti da gestire sia database così grandi che la complessità delle probabilità linguistiche in tempi ormai prossimi all’istantaneità.

Un passo importante nella traduzione automatica via computer si è verificato nel 2007, quando Google ha introdotto Strumenti per le Lingue, un software che traduce gratuitamente parole, frasi e interi documenti online: da allora si sono visti enormi progressi in tal senso, anche grazie alla spinta che ha dato al progetto il colosso di Mountain View. In futuro i miglioramenti dovrebbero però continuare, dicono gli esperti, e man mano che i database si faranno ancora più grandi e che il sistema assumerà una maggiore precisione, si potranno ottenere traduzioni ancora più accurate. Il tutto, paradossalmente, partendo non tanto dalla lingua, quanto dalla matematica.

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