Negli USA la giuria viene scelta su Facebook

Facebook è diventato uno strumento per scegliere la giuria durante i processi. E per farlo, i procuratori vanno alla ricerca di "like" e aggiornamenti.
Facebook è diventato uno strumento per scegliere la giuria durante i processi. E per farlo, i procuratori vanno alla ricerca di "like" e aggiornamenti.

Chi dovesse essere coinvolto negli USA in un processo in qualità di membro della giuria dovrebbe stare molto attento ai propri gusti in fatto di “like” su Facebook o, in generale, alle immagini presenti sui propri profili. Ecco perchè i social network, secondo quanto spiegato dal Wall Street Journal sulla base di quanto sta accadendo negli Stati Uniti, vengono utilizzati anche per decidere chi è adatto a far parte di una giuria.

La pulizia del profilo “social” dei membri di una giuria, in un processo, potrebbe rivelarsi necessaria per nascondere dettagli sulle possibili inclinazioni dei giudici. Gli avvocati, infatti, sono spesso alla ricerca di dettagli personali degli appartenenti alla giuria per scoprire quante più informazioni possibile, nel tentativo di carpire idee, storia e sensibilità dei singoli giurati per portarli con maggior facilità dalla propria parte.

Facebook è anche utilizzato come strumento degli avvocati divorzisti per scoprire possibili prove a favore o contrarie ad un coniuge.

Intanto alcuni cittadini protestano perché in taluni tribunali viene adoperato Facebook proprio al fine di cercare possibili giurati. E, per farlo, vanno alla ricerca di dati personali, privati e non solo: l’idea sarebbe quella di fornire un accesso libero ai membri di una giuria in cambio di una “amicizia temporanea” durante il processo. Questo è quanto pensato ad esempio da Armando Villalobos, procuratore distrettuale della contea di Cameron, Brownsville, in Texas.

L’avvento dei social network ed il loro uso in qualità di strumenti (anche al di fuori dell’uso per cui sono pensati) impone pertanto nuove riflessioni. Così nella sfera personale, così nella sfera sociale e così, raccontano le cronache dagli USA, anche in sede legale.

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