Egitto: la Storia è online

La rivoluzione del 25 gennaio è scoccata sul Web e sempre lì trova la sua memoria: un sito raccoglie tutte le immagini, i video e i documenti di una rivoluzione.
La rivoluzione del 25 gennaio è scoccata sul Web e sempre lì trova la sua memoria: un sito raccoglie tutte le immagini, i video e i documenti di una rivoluzione.

I’m 25 Jan“, recita il nome del sito. Quella data che per milioni di egiziani corrisponde al nostro 25 aprile, giorno della Liberazione. Tutti gli eventi, drammatici della rivoluzione di piazza (prima virtuale poi anche reale) sono ora raccolti in un sito straordinario, un esempio unico di archivio della memoria totalmente online e pubblico.

Se dunque molti commentatori si sono detti convinti che le rivoluzioni popolari non saranno più le stesse dopo i casi di Tunisia ed Egitto, è probabile che neppure la storiografia lo sarà più.

Visitando il sito si entra in un museo online, con la particolarità di essere realizzato a pochissima distanza temporale dagli eventi e coi contributi degli stessi protagonisti. Siamo alla memoria crowdsourcing, possibile grazie agli hashtag di Twitter e alle condivisioni sui social network.

L’autore del sito, l’attivista Mohannad Alì, ha aggregato migliaia di sequenze filmate coi telefonini, immagini, spezzoni televisivi, tutto in ordine cronologico, creano il racconto della rivoluzione minuto per minuto: il sogno proibito di tutti gli storici.

Tra questi contenuti, molti dei quali finiti su tutte le testate giornalistiche e i siti del mondo, spiccano quelli ormai celeberrimi come l’appello della giovane studentessa Asmaa Mahfouz e naturalmente il pianto di Wael Ghonim.

Cii sono anche tre link particolarmente interessanti. Il primo è il memoriale dei martiri della rivoluzione, 1000memories Egypt, che raccoglie le immagini e le biografie di tutte le vittime degli scontri.

Il secondo è un semplice ma commovente collegamento alla pagina Wikipedia sulla rivoluzione tunisina con un semplice “Thank you Tunisia”, a dimostrazione di come quella prima rivoluzione popolare abbia rappresentato un modello che ha ispirato tutti gli altri paesi del nord Africa.

Il terzo collegamento porta a un progetto promosso su Facebook, I’m Tahrir, che documenta e raccoglie tutte le opere d’arte ispirate ai fatti della piazza omonima simbolo della rivoluzione. Un esempio molto interessante di arte contemporanea, ibrido fra cultura mediorientale e tecniche grafiche quasi geek.

Vale davvero la pena di fare una visita a questi siti, per scoprire veri tesori della storia e della comunicazione umana.

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