Bing rosicchia mercato a Google

Cresce la quota di Bing sul mercato statunitense. Google mostra una leggera flessione perdendo il 2% in un mese.
Cresce la quota di Bing sul mercato statunitense. Google mostra una leggera flessione perdendo il 2% in un mese.

Bing, il motore di ricerca Microsoft, continua lentamente a rosicchiare quote di mercato al leader incontrastato Google. I dati pubblicati da Experian Hitwise, relativi al mese di febbraio ed al mercato USA, mostrano infatti un incremento del 4% rispetto al mese di gennaio 2011, il che va a confermare le buone prospettive maturate già nei mesi antecedenti. Sul mercato statunitense Bing ha ora una quota pari al 28,48%, mentre Google ha perso il 2% circa in un mese.

Considerando tutti i motori di ricerca che sfruttano Bing, e quindi anche Yahoo Search, Microsoft ha raggiunto a febbraio il 28,48% del mercato contro il 27,44% di gennaio. Google invece è scesa dal 67,95% al 66,69%. Ovviamente l’azienda di Redmond non può pensare al momento di detronizzare Google, ma il successo di Bing e Yahoo Search è in questo passaggio evidente, ancor più se in considerazione di una ascesa Google proseguita per lungo tempo senza soluzione di continuità.

Ancora più interessante è il dato riguardante il “success rate“, ovvero la percentuale relativa alle ricerche effettuate che si tramutano in un accesso ad uno dei siti web elencati nei risultati. Yahoo! Search e Bing hanno ottenuto il valore più elevato nel mese di febbraio 2011: 81,51%. Google è ferma al 65,80%. Il “motore decisionale” voluto da Microsoft sembra quindi restituire i risultati auspicati da Redmond, rivelandosi efficace nei settori che ad oggi riescono a richiamare l’utenza sulle proprie pagine.

Secondo Experian Hitwise, quindi, gli utenti che utilizzano Bing ottengono risultati più affidabili e questo dato evidenzia una maggiore qualità teorica del motore di ricerca Microsoft che si trasforma di una opportunità per i publisher, per le aziende di marketing e in, generale, per tutti coloro che cercano di incrementare le visite ai propri siti web. La quantità è però ancora appannaggio di Google, il quale matura soprattutto a livello internazionale il proprio pieno controllo sul settore.

Google, che ricava la maggior parte dei propri profitti dalla pubblicità sul motore di ricerca, ha modificato recentemente il proprio algoritmo per affinare la rilevanza dei suoi risultati ed eliminare dall’elenco le cosidette “content farm”. Google ha anche annunciato una funzionalità che permette agli utenti di nascondere tutti i risultati non desiderati. Trattasi a questo punto di cesellature migliorative imposte dalla concorrenza: se Google vuol confermare la solidità della propria leadership non può lasciare affievolirsi il vantaggio competitivo che i propri algoritmi hanno da sempre avuto rispetto ai competitor principali.

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