Google brevetta i suoi doodles

Pare proprio che Google voglia brevettare i suoi doodles, ogni tentativo di personalizzare i loghi per attirare clienti. Ma è davvero possibile?
Pare proprio che Google voglia brevettare i suoi doodles, ogni tentativo di personalizzare i loghi per attirare clienti. Ma è davvero possibile?

Dopo la richiesta di Facebook di depositare il marchio “Face“, è giunta notizia del fatto che Google ha depositato presso l’USPTO  il brevetto alla base dei suoi “Doodles”, i loghi speciali realizzati ad hoc da Mountain View al fine di personalizzare la home page del motore di ricerca in occasioni speciali.

La richiesta è stata approvata nella giornata di ieri dall’ufficio USA e non c’è dubbio si tratti di un brevetto decisamente originale. Basta leggerne, del resto, la descrizione: «Un sistema fornisce una storia o un logo speciale cambiandolo periodicamente a seconda di un evento speciale per invogliare gli utenti ad accedere a una pagina web. Per il racconto, il sistema può ricevere contenuti che raccontano una storia e successivamente fornirli sulla pagina web con modalità cronologiche prestabilite o casuali. Per il logo dell’azienda, il sistema può modificare un logo standard aziendale per un evento speciale, associarvi uno o più termini di ricerca e caricare il logo speciale sulla pagina web. Il sistema può quindi ricevere dall’utente una richiesta speciale proveniente dal logo e fornire risultati di ricerca in materia a quell’evento.»

Al di là del linguaggio necessariamente burocratico, questa è la descrizione sommaria del doodle, una piccola grande idea di Big G: la lunga sequenza di creazioni già accumulate (talune pubblicate a livello internazionale ed altre disponibili soltanto a livello locale) dimostra quanto questa esperienza rappresenti uno straordinario archivio di creatività grafica online.

Ne è passato di tempo da quel primo logo voluto da Sergey Brin per la festa di San Patrizio del 2000, ma è oggi questione opinabile se il metodo in sé possa essere tutelato o meno da apposito brevetto. Agli effetti si tratta infatti di un semplice re-design di un logo, linkato e caricato ad hoc per celebrare un evento, e la cosa era peraltro usuale in rete già ben prima dell’idea (sicuramente d’effetto) messa in pratica sulla homepage più vista al mondo.

BusinessInsider non è andato per il sottile, definendo “assurdo” il brevetto concesso a Google e condannando l’attuale andazzo del sistema brevetti americani:

Il sistema dei brevetti è stato originariamente creato per promuovere l’innovazione attraverso la protezione dei piccoli inventori che si vedono strappare le loro invenzioni dalle grandi compagnie. Ma sempre più spesso, le grandi aziende utilizzano brevetti esattamente per il motivo opposto – per fermare l’innovazione dei concorrenti.

Il vero obiettivo di Google, tuttavia, non è certo quello di monetizzare questa strategia di comunicazione, ma in un certo senso pretendere che tutti si levino il cappello e probabilmente per allontanare da Bing, Yahoo o altri gruppi ancora possibili tentazioni in stile Doodles.

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