Mattoni a Nintendo per protesta

Nintendo impone dei termini troppo restrittivi a chi acquista un 3DS e la Free Software Foundation ha deciso di protestare in un modo piuttosto originale.
Nintendo impone dei termini troppo restrittivi a chi acquista un 3DS e la Free Software Foundation ha deciso di protestare in un modo piuttosto originale.

La Free Software Foundation ritiene che i termini per utilizzare il Nintendo 3DS, termini che ogni acquirente accetta implicitamente quando se ne porta a casa un’unità, siano troppo restrittivi. Nintendo si avvale del diritto di raccogliere i dati degli utenti, ma al contempo vieta qualsiasi tipo di modifica apportata alla sua piattaforma: come protestare? Inviando a Nintendo un pacco di mattoni via posta.

È questa la curiosa e sicuramente particolare iniziativa indetta dalla Free Software Foundation, che invita tutti a protestare contro le politiche del colosso nipponico, donando del denaro che sarà speso per acquistare 200 mattoni e inviarli via posta al colosso del settore videoludico entro il 18 maggio. «Il Nintendo 3DS viene venduto con dei termini di servizio che non dovrebbero essere accettati», spiega Joshua Gay, manager del gruppo che ha avviato la campagna di protesta. Nintendo può aggiornare o modificare il sistema del Nintendo 3DS o i servizi della piattaforma, in parte o totalmente, senza alcun tipo di preavviso; Nintendo vieta modifiche non autorizzate all’hardware o al software dell’handheld, nonché l’uso del dispositivo in un modo differente per il quale è stato progettato; la console tiene inoltre traccia delle informazioni create dai giochi mentre si utilizza il device, includendo dati personali come nome, indirizzo, età, area geografica, status online ecc., e tali pratiche preoccupano la FSF per i limiti che creano attorno al device.

Senza dimenticare inoltre che Nintendo si avvale del diritto di utilizzare, riprodurre, modificare, adattare, pubblicare, tradurre, distribuire i contenuti creati dall’utente attraverso la piattaforma 3DS, anche a fini promozionali e di marketing. FSF contesta questa decisione e fa notare come il gruppo possa appropriarsi di, ad esempio, foto scattate dall’utente con la fotocamera del 3DS: «immaginate Canon o Nikon che rivendicano il diritto di utilizzare foto da voi scattate con una delle loro macchina fotografiche?».

Qualora un utente violasse i termini Nintendo, il gruppo potrebbe decidere di “brickare” la console tramite un aggiornamento del firmware; da qui deriva la decisione di inviare 200 “brick”, ossia mattoni, come protesta.

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