Sul Web un italiano su due

Superata la soglia storica del 50 per cento: Il Censis conferma che più di un italiano su due è naviga in Rete. La televisione è ancora in alto, ma i giovani non credono più a TG e quotidiani.
Superata la soglia storica del 50 per cento: Il Censis conferma che più di un italiano su due è naviga in Rete. La televisione è ancora in alto, ma i giovani non credono più a TG e quotidiani.

La televisione è sempre la televisione, ma ormai Internet la insegue a passo spedito. Lo si evince dall’ultimo rapporto Censis “I media personali nell’era digitale”, presentato oggi a Roma presso la Sala Capitolare del Senato, che ha confermato un dato psicologico importante: un italiano su due è in Rete.

Con il 53,1%, Internet sfonda la parete e fa il paio con i dati di oltre il 60% per quanto riguarda l’utilizzo dei motori di ricerca e di Facebook per informarsi nella popolazione giovanile.

La crescita della fetta di mercato, economico, e anche sociale, del Web nella vita degli italiani registra, di converso, l’emorragia inarrestabile della carta stampata (meno 7%), un dato medio che quando si tratta dei più giovani arriva a cifre impressionanti: l’84,6% di loro frequenta abitualmente la Rete, i social network, e non usa altro per informarsi.

Si tratta complessivamente di 33,5 milioni di persone, in crescita rispetto ai 32,9 milioni del 2009. Il più popolare è Facebook (noto al 65,3% della popolazione) insieme a YouTube (53%), seguono Messenger (41%), Skype (37,4%) e Twitter (21,3%). Ed è esploso il dato che riguarda i veri e propri utenti: i social più utilizzati sono YouTube (dal 54,5% degli italiani che accedono a Internet; l’86,5% dei giovani) e Facebook (dal 49%; l’88,1% tra i giovani).

Tutti gli altri dati, come fiducia nei giornalisti, apprezzamento o meno dei palinsesti (che gli italiani vorrebbero sempre di più costruirsi da sé), dicono senza contraddizioni che una quota ormai maggioritaria della popolazione non considera all’altezza dei tempi le proposte dei media tradizionali né sente affidabili i loro protagonisti.

Non mancano in ogni caso anche giudizi negativi anche sul Web, come sottolinea lo studio:

“Internet genera una cultura troppo superficiale per il 50,9% e appiattisce la creatività delle persone per il 47,8%, che sottolinea il potere di omologazione e conformismo della rete.”

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