Larry Page scommette su Google

Larry Page crede ancora in Google: è stato fatto soltanto l'1% di quel che è possibile, dunque i margini di crescita sono ancora enormi.
Larry Page crede ancora in Google: è stato fatto soltanto l'1% di quel che è possibile, dunque i margini di crescita sono ancora enormi.

Larry Page ha sostituito Eric Schmidt in un momento particolarmente delicato per le sorti del gruppo, ma la sua ascesa a CEO ha coinciso con una serie di “+” di particolare rilevanza. Così è stata anche l’ultima trimestrale, la quale passa dal “+” a livello di bilancio al “+12%” in Borsa, per finire su Google+ con un post dedicato e firmato proprio da Page in persona tramite il proprio account.

Trattasi del primo intervento in assoluto tanto nelle vesti di CEO (alla precedente trimestrale non era presente), quanto nelle vesti di utente Google+. Il post ricorda i numeri macroscopici del bilancio, ma fa anche il punto della situazione ricordando ciò che è successo negli ultimi giorni con l’avvio del social network di casa. Page puntualizza: Google+ è in fase di test, è solo ai primi passi e molto rimane ancora da fare. Tuttavia la cifra è ufficiale: gli utenti sul network sono già oltre 10 milioni.

A tutto ciò si aggiunge ormai 1 miliardo di “+” ogni singolo giorno, il tutto inserito in una nuova interfaccia che va a contemplare la nuova inclinazione “social” a cui il gruppo ambisce.

Focus e priorità: queste le direttrici imposte al gruppo. Page ha così chiuso Google Health e Google PowerMeter, ma ha raddoppiato gli sforzi per tutto quel che concerne la miglior crescita dell’azienda. Android e Chrome sono solo alcuni degli elementi di maggior rilievo: 550 mila attivazioni ogni singolo giorno per il sistema operativo mobile, 160 milioni di utenti attivi per il browser, masse critiche di enorme impatto sul quale Larry Page chiede particolare attenzione.

La logica vorrebbe infatti un ritorno immediato, una monetizzazione diretta. Page invece la vede diversamente ed il tutto richiama alla memoria l’esordio in Borsa del gruppo, quando il titolo valeva 80 dollari (oggi è alla soglia dei 600) e l’azienda prometteva totale priorità ai risultati di lungo periodo. Così era allora, così è ancora oggi: Page crede che il profitto sia l’obiettivo da perseguire sempre e comunque, ma con ritmi differenziati e modalità ad hoc per ogni prodotto. Sempre e comunque l’orizzonte sarà quello di lungo termine.

E per chi pensa che la parabola del motore di ricerca sia ormai esaurita, ed i margini di crescita siano ormai esausti, v’è una chiosa che intende cancellare ogni resistenza: «abbiamo avuto un buon inizio ma siamo solo all’1% di quel che è possibile… Google è solo all’inizio… ed è questo il motivo per cui sono qui: per lavorare duro per guidare questa compagnia al prossimo livello».

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