Accordo YouTube Disney: i cartoni vanno online

Disney e YouTube si accordano per produrre cartoni animati per bambini e portarli online.
Disney e YouTube si accordano per produrre cartoni animati per bambini e portarli online.

Due grandi compagnie, Disney e YouTube, collaboreranno per conquistare insieme una fetta di mercato importante: le serie animate per bambini. Il gigante dell’intrattenimento e la divisione video di proprietà di Google daranno vita a un canale apposito per prodotti visibili soltanto online.

La Disney interactive e YouTube investiranno 15 milioni di dollari per cominciare a produrre otto Web serie, la prima basata su un’applicazione molto popolare negli USA, “Where’s my water?”. L’accordo prevede che Disney produca autonomamente le animazioni mentre YouTube fornirà il canale. Il vantaggio c’è, per entrambi.

Disney, come racconta il reportage del New York Times, ha perso 300 milioni di dollari negli ultimi quattro anni a causa del mancato successo del suo sito Disney.com e ha bisogno di andare dove sono i bambini, sempre meno davanti a un lettore DVD e sempre più davanti a un PC. YouTube, dal canto suo, ha il problema contrario: una scarsa credibilità di prodotto per bambini rispetto ai timori dei genitori che non vedono di buon occhio la loro presenza su questo genere di piattaforme aperte. Inoltre, YouTube ha deciso da tempo di competere con la televisione, annunciando l’apertura di diversi canali dai contenuti originali alimentati dalla pubblicità. Nell’accordo con Disney, prenderà parte dei proventi direttamente guadagnati dalla major di Hollywood.

La credibilità della Disney e la forte presenza online di YouTube dovrebbero cambiare completamente il mercato e quindi anche le abitudini consolidate di genitori e bambini. Quella che gli esperti definiscono la “terza fase” della comunicazione televisiva, annunciata da anni, potrebbe cominciare con degli innocenti cartoni per i più piccoli.

Se funzionasse, non ci vorrebbe molto tempo prima di vederla sbarcare anche da noi: le serie sono ormai globali, doppiarle ha un costo relativo e se il Web sostituisce la normale distribuzione il gioco è fatto.

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