Facebook, un nuovo approccio alla privacy

Facebook ha presentato alla FTC un nuovo progetto per approcciarsi diversamente alla privacy.
Facebook ha presentato alla FTC un nuovo progetto per approcciarsi diversamente alla privacy.

Potrebbero aprirsi nuovi scenari per quanto riguarda la privacy su Facebook. Il celebre social network, da sempre sotto il mirino delle critiche per un approccio “problematico” verso la riservatezza dei dati dei propri iscritti, starebbe per proporre infatti alla FTC (Federal Trade Commission) un nuovo modo di proporsi al problema, una nuova strada finora mai battuta ma che potrebbe cambiare del tutto l’approccio tenuto finora dalla piattaforma.

Le indagini che la Commissione ha portato contro Facebook hanno convinto i vertici del social network per un cambio di strategia, con lo scopo di concedere all’utente un maggior controllo sui propri dati. Secondo le prime indiscrezioni la novità consisterebbe in una mutata visione basata sui concetti di “opt-out” e “opt-in“.

La maggior trasparenza sembra essere ritenuta necessaria per rivedere questi processi. In particolare, a finire sotto accusa è il cosiddetto “opt-out”, cioè quei casi in cui Facebook, cambiando le impostazioni sulla privacy degli utenti, ha agito in modo retroattivo sui dati degli stessi, andando a creare quella che le autorità hanno considerato come una forzatura.

Con il principio dello “opt-in” si avrebbe invece una gestione più trasparente dei dati, in modo che quando le impostazioni sulla riservatezza vadano a cambiare, Facebook possa chiedere una specifica autorizzazione agli utenti prima di applicare le nuove regole in modo retroattivo, dando così proprio al pubblico la parola finale con il benestare per l’attuazione dei cambiamenti.

L’accordo che il social network di Mark Zuckerberg dovrebbe proporre all’FTC prevederà anche un controllo da parte di enti esterni per almeno vent’anni, acconsentendo così di sottostare volontariamente a una sorta di monitoraggio continuo e indipendente sulle policy adottate dal gruppo, un po’ come accaduto con Google Buzz.

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