Microsoft ha ragione: nessun rimborso per Windows

I giudici milanesi hanno bloccato la class action per ottenere il rimborso della copia di Windows non utilizzata.
I giudici milanesi hanno bloccato la class action per ottenere il rimborso della copia di Windows non utilizzata.

Il Tribunale di Milano ha emesso una ordinanza con la quale non accetta la richiesta di class action presentata dall’ADUC contro Microsoft. L’utente non ha dunque diritto al rimborso se non vuole utilizzare la versione OEM del sistema operativo Windows preinstallato sui PC in commercio.

La vicenda è nata all’inizio dell’anno, quando un consumatore aveva acquistato un netbook ASUS Eee PC 1005 con Windows 7 Starter. Come previsto dalla licenza d’uso del software, l’utente aveva contattato prima ASUS e poi Microsoft per richiedere il rimborso della spesa relativa al sistema operativo non utilizzato. Non avendo ricevuto nessuna risposta, ha deciso di rivolgersi all’ADUC che quindi ha depositato una class action contro la software house di Redmond.

I giudici però hanno ritenuto che la causa doveva essere depositata contro Microsoft Corporation e non contro Microsoft Srl, e che l’interlocutore doveva essere il produttore del netbook, cioè ASUS. Quindi la class action è stata bloccata in partenza, nonostante i successi ottenuti in passato per alcune cause individuali.

L’ADUC, condannata al pagamento di una pena pecuniaria e alla pubblicazione del dispositivo dell’ordinanza sul Corriere della Sera, ha espresso le seguenti considerazioni: la copia OEM di Windows è ritenuta parte integrante del PC e l’economia ha preso il sopravvento sulla politica e sulla giustizia. Il mercato è nelle mani delle multinazionali che “assumono forme giuridiche e commerciali specifiche nel Paese in cui agiscono”. Dato che è praticamente impossibile ottenere un rimborso per Windows preinstallato, sarebbe meglio eliminare questa possibilità dalla licenza d’uso del prodotto.

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