Guida contro lo spam su Facebook

Facebook sta diventando la piattaforma di comunicazione più importante del mondo, di conseguenza aumenta anche lo spam. Ma ci sono degli accorgimenti.
Facebook sta diventando la piattaforma di comunicazione più importante del mondo, di conseguenza aumenta anche lo spam. Ma ci sono degli accorgimenti.

Col tempo i social network vanno sostituendosi alle altre piattaforme di comunicazione. Facebook è praticamente il nostro diario, il nostro sistema di messaggi, ci aiuta a presentarci e a comunicare col mondo. Per questa ragione lo spam sta traslocando. Ecco una guida per evitarlo.

Il trasferimento dello spam su Facebook è un fenomeno abbastanza recente nella parabola della crescita esponenziale del sito. Il social network ha sofferto nei primi anni della diffusione dei profili falsi, poi è venuto il tempo dei fake che nascondono malware, spesso sfruttando episodi di cronaca capaci di concentrare l’attenzione. La sua crescita di potenzialità economica ha cambiato le strategie dei creatori di questi messaggi potenzialmente dannosi.

I messaggi spam di tipo commerciale o di tipo virale erano tipici della posta elettronica, ma ormai Facebook non non è immune. La buona notizia però è che, al contrario del mondo email – che ha fondamentalmente demandato il compito agli antivirus e ai filtri dei server di posta – il social network contiene alcuni strumenti già pensati per evitare e prevenire questa fastidiosa presenza, che nel 2010 è stata abbassata di ben il 95% ma ha bisogno degli utenti per completare l’opera.

Il primo consiglio è quello di essere a conoscenza delle truffe su Facebook. Per questo vale la pena frequentare siti e blog che tengono d’occhio i social network. Per non rischiare di abboccare anche ai tanti falsi miti che circolano in Rete. In genere lo spam si riconosce da due caratteristiche:

  • Link molto brevi, senza spiegazioni, che appaiono sulla vostra bacheca tramite persone che normalmente non postano link. Attenzione anche alla nuova chat di Facebook: alcuni malware passano da lì;
  • Le applicazioni sono collegate a messaggi che promettono cose straordinarie e troppo belle per essere vere. Meglio starne lontano;
  • Quando accedete all’applicazione, il pannello di autorizzazione alle informazioni del profilo non è chiaro.

Buona abitudine, per evitare sorprese, è visitare regolarmente la pagina della privacy cliccando su “Applicazioni e siti web” e anche “persone e applicazioni bloccate”.

Il secondo consiglio è quello di dare retta a Facebook oppure collaborare con lui. Il sito, infatti, ha implementato dei filtri antispam che contrassegnano contenuti ritenuti illegittimi. Si può sempre declassificarli, cliccando sulla “X” a fianco del post.

Questa “X” è la stessa che possiamo utilizzare per contrassegnare noi, a nostra volta, un contenuto che si ritiene essere illegittimo, o offensivo. Basta cliccare su “segnala/contrassegna come spam” e si aprirà una finestra di dialogo che chiederà cosa fare del contenuto e come segnalarlo al sito e anche all’autore del post.

Un altro problema è il cosiddetto “clickjacking“, un worm che si diffonde con un semplicissimo “Mi piace”. Generalmente è associato a messaggi molto attraenti e non aggressivi, quali “guarda questa ragazza: si è fotografata ogni giorno per otto anni!”. Il più famoso resta quello del video dello studente con la sindrome di down picchiato dai compagni di classe. C’è un modo per riconoscerlo: quando si clicca si viene indirizzati a una pagina vuota con il testo “clicca per continuare”. Non fatelo, altrimenti finirete con lo spedire a vostra insaputa lo stesso messaggio a tutti i vostri contatti.

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