Facebook, inizia l'era dell'opt-in

Facebook trova l'accordo con la Federal Trade Commission per una nuova gestione delle policy relative alla tutela della privacy degli utenti.
Facebook trova l'accordo con la Federal Trade Commission per una nuova gestione delle policy relative alla tutela della privacy degli utenti.

Inizia oggi una nuova era per Facebook. Inizia tutto con un comunicato della Federal Trade Commission, l’annuncio di un accordo trovato tra le parti per porre fine alle investigazioni che hanno tenuto il social network sotto osservazione nei mesi passati in conseguenza di alcune pendenze relative alla tutela della privacy degli utenti.

Per ben venti anni, anzitutto, Facebook dovrà produrre appositi report relativi alle misure intraprese per la tutela della privacy della community: venti anni sotto stretta osservazione, insomma, con l’obbligo di fornire alla FTC tutta la documentazione necessaria (prodotta da entità terze autonome ed indipendenti) per garantire pieno controllo sulle pratiche adottate dall’azienda. Fin da subito, però, il gruppo dovrà adeguarsi alle imposizioni concordate per fare in modo che fin da oggi la community da 800 milioni di utenti possa veder garantita la sicurezza dei propri dati online.

Tra le misure accordate figura ad esempio l’obbligatoria cancellazione di tutti i dati relativi gli utenti entro un massimo di 30 giorni dalla cancellazione del loro account. In passato, infatti, si era scoperto come i dati non venissero mai cancellati dai server, consentendo così ad un utente di re-iscriversi rientrando in possesso dell’account precedentemente “spento”. Con il nuovo accordo nessuno più potrà accedere ai dati di un utente oltre i 30 giorni dalla cancellazione, rendendo così definitiva la scelta di abbandonare il social network con la tranquillità di non lasciare tracce alle proprie spalle.

Aspetto fondamentale dell’accordo è inoltre l’imposizione assoluta della logica dell’opt-in all’interno delle future policy del gruppo. Ciò significa che, a differenza del passato, ogni qualsivoglia cambiamento al social network dovrà essere “accettato” dall’utente tramite apposito assenso. In assenza di consenso, ad esempio, Facebook non potrà più rendere pubblici dati già caricati in passato, agendo così in modo retroattivo sulle impostazioni e sui profili dell’utenza.

Con questo accordo ogni pendenza tra Facebook e la Federal Trade Commission viene chiusa. Mark Zuckerberg ha pubblicato, contemporaneamente all’uscita della comunicazione della FTC, una propria analisi della questione: il numero uno del gruppo di Palo Alto non ha negato le colpe del proprio gruppo ed ha ricordato tanto Beacon quanto gli errori compiuti più di recente. Secondo Zuckerberg, pochi gravi errori hanno eclissato però tutto quel che di buono Facebook è stato in grado di fare: per la prima volta l’utenza si trova nelle mani uno strumento con cui può condividere informazioni avendo pieno controllo sui percorsi ed i limiti di tale apertura.

L’intervento di Zuckerberg si fa peraltro particolarmente acceso nell’assunzione di responsabilità che il giovane fondatore del gruppo raccoglie su di sé: Facebook è una community da centinaia di milioni di utenti, un grande popolo che a Facebook affida i propri dati e la propria fiducia. Per rispondere ad un onere tanto gravoso, Zuckerberg ha nominato due nuovi responsabili, entrambi impegnati sul medesimo fronte: Erin Egan e Michael Richter.

Inizia una nuova era e gli utenti hanno ora la FTC dalla propria parte in funzione di garante. Facebook, blindata la situazione e garantito un perdono tombale sugli errori del passato, può avviarsi da parte sua verso Wall Street con verginità ripristinata.

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