Google batte Mediaset in tribunale, Web senza filtri

Il Tribunale di Roma respinge la richiesta dei legali Mediaset, che avevano chiesto a Google di controllare la pubblicazione di contenuti protetti da diritto d'autore sulle proprie piattaforme
Il Tribunale di Roma respinge la richiesta dei legali Mediaset, che avevano chiesto a Google di controllare la pubblicazione di contenuti protetti da diritto d'autore sulle proprie piattaforme

Respinta dal Tribunale di Roma la richiesta depositata da Mediaset in merito ai filtri per la pubblicazione dei contenuti online. Il gruppo di Cologno Monzese si era rivolto al giudice durante la scorsa estate, puntando il dito contro Google a causa di un utente della piattaforma Blogger che aveva messo a disposizione per la visione in streaming le partite della Serie A senza alcuna autorizzazione.

Ottenuto un primo successo, con la chiusura del blog in questione, i vertici di Mediaset hanno voluto forzare la mano, chiedendo che fosse imposto alla società di Mountain View di assumere il ruolo di garante per il materiale condiviso dall’utenza sulle proprie piattaforme. In sintesi: bigG, secondo la società milanese, avrebbe dovuto farsi carico di operare un controllo preventivo su quanto pubblicato in servizi come YouTube, Blogger e su tutti gli portali gestiti.

Una pretesa in palese contrasto con le direttive europee in materia, secondo l’avvocato Guido Scorza, poiché chi detiene il diritto d’autore non può pretendere la diffusione di contenuto non ancora presente in Rete. La legittima volontà di tutelare le proprietà intellettuali, dunque, non può essere posta al di sopra della libertà di informazione e della libera circolazione dei servizi.

Legislazione a parte, chi ha confidenza con gli strumenti sopra citati sa bene come oggi sia pressoché impossibile esercitare una sorta di “censura” in tempo reale su quanto pubblicato da milioni di utenti. Quanto preteso da Mediaset, dunque, risulta attualmente impossibile da tradurre in termini pratici per ovvi motivi, ma se anche un giorno questi dovessero venir meno, la richiesta continuerebbe a risultare in netto contrasto con le normative comunitarie vigenti.

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