Google paga per i link di Chrome?

Google accusata di pagare i blogger per l'inserimento di link pubblicitari che portano alla pagina di download di Chrome. L'azienda ha smentito.
Google accusata di pagare i blogger per l'inserimento di link pubblicitari che portano alla pagina di download di Chrome. L'azienda ha smentito.

Una bizzarra vicenda sta coinvolgendo Google in queste ore. TechCrunch ha segnalato come l’azienda di Mountain View avrebbe violato le sue stesse policy sulla pubblicità online, a causa di una campagna promozionale per Chrome. Google avrebbe pagato i blogger per discutere del proprio browser nei loro post e inserire link pubblicitari e il video promozionale “Chrome per le piccole imprese”, ma senza l’attributo “nofollow”. In questo modo i collegamenti non vengono ignorati dall’algoritmo di indicizzazione, come previsto dalle regole per gli sponsor. BigG, interpellata al riguardo, ha però smentito il suo coinvolgimento.

L’accusa lanciata nei confronti di Google è piuttosto grave, poiché se l’azienda applicasse a se stessa la pena imposta a coloro che hanno trasgredito in egual modo in passato, la pagina del download di Chrome dovrebbe essere rimossa dai risultati di ricerca, per un periodo di tempo che va da un mese a un anno. Come anticipato poc’anzi, Google ha precisato la sua totale innocenza:

Google non ha mai preso accordi per nulla di diverso da pubblicità online vera e propria. Abbiamo sempre evitato le sponsorizzazioni, ivi inclusa la pratica di pagare dei blogger per promuovere i nostri prodotti, perché si tratta di promozioni non trasparenti e che non fanno gli interessi dell’utente. Stiamo valutando i cambiamenti che sarà necessario apportare per assicurarci che non succeda mai più.

Google non avrebbe dunque mai autorizzato una campagna pubblicitaria irregolare e che favorisce il suo Chrome. Eppure i link sponsorizzati per il proprio browser esistono, sebbene non approfondiscano le sue caratteristiche, come di dovere per articoli di questo genere. Le indagini sono in corso e bisognerà attendere per vedere se davvero l’azienda ha pagato numerosi blogger per scrivere articoli promozionali su Chrome, oppure la violazione sia stata un errore da parte dei blogger stessi.

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