Unione Europea: in arrivo nuove regole sulla privacy

L’Unione Europa ha deciso di mettere ordine nella disordinata legislazione in materia di tutela della privacy su internet. Il Commissario per la Giustizia dell’Unione Europea, Viviane Reding, domani metterà ai voti una nuova direttiva europea in materia di protezione dei dati personali. Quello che Viviane Reding vuole ottenere con l’approvazione di questa nuova direttiva è la semplificazione delle norme sulla privacy. Oggi infatti queste norme sono troppe, complicate e in alcuni casi anche in conflitto tra loro.

Innanzitutto verrà sancito per gli utenti il così detto “diritto d’oblio“. Chi si cancellerà per esempio da un social network dovrà pretendere l’immediata cancellazione della totalità dei propri dati personali. Non è più ammissibile che anche dopo la cancellazione da un servizio i nostri dati continuino a essere presenti e ben visibili.

Unica eccezione a questa regola, se i nostri dati sono di pubblico interesse e quindi riguardano per esempio notizie di cronaca o di qualche importanza.

In seconda battuta, chiunque con estrema facilità dovrà essere in grado di poter richiedere e ottenere un file contenente i propri dati condivisi. Proprio per questo le aziende che trattano dati personali dovranno munirsi di personale dedicato alla gestione della privacy.

Infine in caso un sito che tratta dati personali venga colpito da un attacco informatico e tali dati vengano compromessi, i gestori del portale avranno l’obbligo di informare entro 24 gli utenti, pena multe elevatissime.

Ma il Commissario per la Giustizia dell’Unione Europea, Viviane Reding ne ha anche per il recente caso Megaupload e per la nota legge bavaglio SOPA.

Secondo Viviane Reding infatti bisogna trovare una mediazione tra le attività per proteggere il copyright, e la difesa della libertà di espressione.

In particolare il Commissario specifica che proteggere i detentori dei diritti d’autore non deve mai essere usata come pretesto per intervenire sulla libertà di Internet. Bisogna dunque trovare una terza via perché la libertà di informazione e il diritto d’autore non devono essere nemici, ma partner.

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