Reuters, esperimento Social Pulse

Reuters Social Pulse inaugura un nuovo rapporto tra l'agenzia di stampa ed i social media, utilizzando questi ultimi come come bacino di selezione.
Reuters Social Pulse inaugura un nuovo rapporto tra l'agenzia di stampa ed i social media, utilizzando questi ultimi come come bacino di selezione.

L’impulso social del gruppo Reuters è venuto a galla. Assume le sembianze di un sito che fa da collettore di vari strumenti, raccoglie il risultato di vari tipi di analisi e rappresenta quantomeno un interessante esperimento in una direzione che il giornalismo sente il dovere di esplorare e sfruttare sempre più a fondo. Il tutto sotto un nome specifico: Reuters Social Pulse, l’altra faccia della moneta Reuters.

Reuters Social Pulse è anzitutto una aggregazione di strumenti, ognuno dei quali guarda alla dimensione “social” in un modo differente. Il primo strumento è la “Hit List“, ossia una indicazione delle notizie più lette da chi opera in Reuters. Si tratta di una selezione di notizie che il corpus giornalistico del gruppo ha messo assieme a colpi di retweet. Ogni cinguettio dona forza alla notizia relativa, contribuendo a portarla in evidenza. Gli account sono monitorati da Percolate, a cui il servizio è affidato.

Il secondo box delinea il tracciato WiseWindow, ossia uno schema che misura il sentimento espresso dal mondo social nei confronti di particolari marchi, aziende e prodotti. Il report non è frutto di una semplice statistica, ma è il risultato di una analisi complessa che controlla gli aspetti linguistici di vari social media per carpire opinioni e sensazioni su item specifici.

Reuters Social Pulse

Reuters Social Pulse

Reuters & Klout 50” è invece un box che racchiude una serie di suggerimenti elencando giornalisti, CEO o altri “influencer” che potrebbe essere interessante seguire. Il servizio offre soltanto 50 suggerimenti, ma gli account monitorati sono molti di più: l’offerta dei primi 50 è una scelta volta a creare una selezione che dia valore a nomi specifici (al momento tra i più consigliati figurano Pete Cashmore, CEO Mashable, Oprah Winfrey, Rupert Murdoch e Richard Branson).

La pagina si completa con una serie di link e di tweet ancora una volta utili ad esprimere la “pulsione social” che Reuters coltiva. Un modo per mettere in chiaro, insomma, il rispetto che il giornalismo ha per un certo tipo di “social”, fatto di qualità e di passaparola mirato. Ed un modo, inoltre, per dar valore ad una sfera sociale il cui baricentro rimane sempre e comunque Reuters.

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