Due milioni e mezzo di firme contro l'ACTA

La petizione contro l'ACTA giunge al Parlamento Europeo accompagnata da 2 milioni e mezzo di firme, lanciando un messaggio piuttosto chiaro.
La petizione contro l'ACTA giunge al Parlamento Europeo accompagnata da 2 milioni e mezzo di firme, lanciando un messaggio piuttosto chiaro.

Smuovere le coscienze dei parlamentari europei, spingendoli nella direzione di una scelta dettata più dal buon senso che dalle necessità dell’industria: era questo l’obiettivo di una petizione lanciata contro l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement, meglio noto ai più come ACTA. Un obiettivo che, a quanto pare, è stato raggiunto grazie a ben due milioni e mezzo di persone che hanno deciso di firmare il documento presentato nei giorni scorsi al Parlamento Europeo di Bruxelles.

Tale documento è stato accolto dai parlamentari con stupore soprattutto a causa del così elevato numero di firme in calce, le quali illustrano di fatto un messaggio piuttosto chiaro: i cittadini europei vedono nell’ACTA un potenziale pericolo per la propria libertà di espressione online, per cui chiedono agli organi competenti di fare un passo indietro e rivedere quanto meno i punti cruciali del provvedimento che in questi mesi tiene banco nel “Vecchio Continente”, se non addirittura di archiviarlo in maniera definitiva.

«Ricevere una petizione supportata da oltre 2 milioni di persone aumenta la nostra responsabilità nell’ascoltare i cittadini europei e nell’offrire loro un modo per esprimere il proprio punto di vista sulle istituzioni europee» ha dichiarato Eminia Mazzoni, Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo. Il documento, insomma, è riuscito quanto meno a far comprendere in quel di Bruxelles l’opinione dei cittadini europei, il cui pensiero va sempre tenuto in considerazione per qualsiasi cambiamento a livello continentale.

Jeremie Zimmermann di La Quadrature du Net, gruppo che da tempo si oppone all’ACTA, ha invece evidenziato come quest’ultima «incoraggi le aziende come gli ISP, i motori di ricerca, i gestori di piattaforme video ed altri a maggiori controlli ed a mettere in atto azioni di repressione nei confronti dei propri utenti nonostante siano consapevoli dell’impatto sulla libertà». L’Europa, insomma, non intende sostenere le violazioni del diritto d’autore, ma non vuole nello stesso tempo cedere nelle mani delle aziende un simile potere di repressione.

Come noto, l’UE ha girato il testo dell’ACTA alla Corte di Giustizia Europea per avere a disposizione un fondamentale parere legale sulle conseguenze che la firma del trattato potrebbe avere. Oltre due milioni di firme attestano la posizione degli europei, in attesa che a tempo debito prenda posizione anche il Parlamento che li rappresenta.

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