Antitrust USA contro il cartello Apple degli ebook

Il dipartimento della Giustizia ha avvisato Apple e cinque grandi editori dell'intenzione di procedere per concorrenza sleale nel mercato degli eBook.
Il dipartimento della Giustizia ha avvisato Apple e cinque grandi editori dell'intenzione di procedere per concorrenza sleale nel mercato degli eBook.

Brutto guaio a Cupertino: le critiche della Commissione Europea per la politica della Apple sugli eBook hanno trovato un epigono americano nel dipartimento di Giustizia, che ha avvisato l’azienda californiana e cinque grandi editori mondiali di avere intenzione di denunciarli per aver creato un trust atto a tenere alto il prezzo dei libri elettronici.

I protagonisti della vicenda, raccontata per filo e per segno dal Wall Street Journal, sono i medesimi: Apple e cinque editori mondiali come Simon & Schuster (CBS), Hachette (Lagardere), Penguin (del gruppo inglese Pearson), Verlagsgruppe Georg von Holtzbrinck GmbH (della tedesca MacMillan) e Harper Collins, una divisione della News Corp. che possiede peraltro anche il WSJ (in Italia succederebbe mai una tale trasparenza di informazione?).

La questione riguarda il costo di questi eBook sulla piattaforma della mela morsicata e la convivenza con le regole del mercato concorrenziale. Il quotidiano finanziario di New York ricostruisce la vicenda a ritroso, citando anche i casi di Amazon e Barnes and Noble, molto noti negli Stati Uniti, al centro di una battaglia che ha convinto gli editori (memori della vittoria dell’online sulla fisicità degli scaffali: quando gli editori chiesero ad Amazon di aumentare il prezzo dei libri elettronici, Amazon rimase ferma nella sua tesi secondo la quale qualsiasi cosa sopra 9,99 dollari era troppo alta) a non rischiare di fare la fine delle etichette discografiche.

Così, secondo il dipartimento di Giustizia, gli editori e la Apple hanno trovato un accordo differente rispetto alle canzoni su iTunes a 99 centesimi: prezzo del libro elettronico, sconto del 30% alla Apple, nessuna possibilità per le librerie, vere o virtuali, di fare sconti superiori. Un accordo che interessa le norme antitrust americane perché taglia fuori il passaggio costo di base/prezzo di vendita.

Naturalmente, gli editori si difendono sostenendo che si tratta invece di un accordo che ha portato all’espansione del mercato e alla sopravvivenza del sistema, secondo il concetto per cui «il cliente paga qualcosa di più, ma è contento e i libri continueranno ad esserci». Per gli editori, il digital-book è il segmento in più rapida crescita del loro business mentre la vendita di libri cartacei è in declino. Il fatturato eBook è più che raddoppiato a 970 milioni dollari nel 2011, e sempre più consumatori migrano verso e-reader e tablet. Ma contratti come quello della Apple impediscono, di fatto, di diminuire il prezzo di un libro elettronico .

Difficile dire come andrà a finire: pare che i negoziati per evitare il processo siano ancora lontani da una soluzione, mentre le class action aumentano a dismisura nel tribunale di New York. Ma probabilmente il modello “agency” inventanto da Apple due anni fa al momento del lancio dell’iPad dovrà a questo punto essere messo in soffitta.

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