L'FTC convoca Apple nelle indagini su Google

Apple è stata chiamata dall'FTC per chiarire i termini dell'accordo che consente a Google di essere il motore di ricerca di default sui dispositivi iOS.
Apple è stata chiamata dall'FTC per chiarire i termini dell'accordo che consente a Google di essere il motore di ricerca di default sui dispositivi iOS.

Mentre in Europa l’antitrust è prossima a fornire il proprio responso, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti prosegue le proprie indagini su possibili abusi da parte di Google. L’ultima novità in tal senso riguarda anche Apple, così come altri produttori di dispositivi elettronici, i quali sono stati invitati a presenziare dinanzi ai giudici per fare luce sugli accordi siglati con il gigante di Mountain View per far sì che il relativo motore di ricerca risulti essere quello predefinito a bordo di numerosi device.

Le indagini dell’FTC riguardano infatti possibili abusi di posizione dominante da parte di Google, con le leggi vigenti negli USA in materia di antitrust che potrebbero rivoltarsi contro il gruppo fondato da Larry Page e Sergey Brin. Le autorità competenti intendono dunque ascoltare Apple per comprendere al meglio quali siano i termini dell’accordo firmato con Google, probabilmente al fine di individuare possibili violazioni oppure comprendere al meglio quali siano le intenzioni del colosso delle ricerche.

Con l’incremento esponenziale del traffico Web legato al mondo mobile, l’essere il motore di ricerca di default del browser principale di un dispositivo quale l’iPhone di Cupertino rappresenta un importante punto in proprio favore nella conquista di una posizione di leadership anche in tale settore. Una posizione, questa, conquistata nel tempo da Google, ma sulla quale intende indagare a fondo l’FTC, così da fare luce sul modo in cui l’azienda di Mountain View è riuscita a conquistare tale privilegio nonostante in ballo vi siano nomi quali Microsoft e Yahoo.

Per il momento Apple ha preferito non commentare le richieste pervenute dalle autorità statunitensi, e per adesso sembrerebbe che il tutto abbia semplicemente l’obiettivo di far venire al pettine nuovi nodi al fine di sbrigliare una matassa piuttosto complicata. Le conseguenze nel medio e lungo periodo, però, potrebbero rivelarsi deleterie per Google, che potrebbe così perdere lo status di motore di ricerca predefinito a bordo di un terminale di assoluto successo quale l’iPhone, così come di altri dispositivi mobile.

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