Apple poco ricca se fosse italiana

Se Apple fosse nata a Roma invece che a Cupertino, il bilancio conterebbe quasi 30 miliardi di dollari in meno, per via delle tasse.
Se Apple fosse nata a Roma invece che a Cupertino, il bilancio conterebbe quasi 30 miliardi di dollari in meno, per via delle tasse.

Apple ha attualmente nelle proprie casse ben 97,6 miliardi di dollari, come annunciato nelle scorse ore da Tim Cook. Fosse però nata in Italia, sarebbe molto meno ricca, dato che per via delle tasse avrebbe dovuto versare al fisco italiano ben 24,7 miliardi di dollari.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, effettuando un’analisi sui dati di bilancio di Cupertino, negli ultimi cinque anni l’azienda ha versato in tasse 20,9 miliardi di dollari, pagando aliquote comprese fra il 24,2% e il 31,75%, inferiori rispetto a quella media degli Stati Uniti, ovvero intorno al 35%. Se invece di avere la sede a Cupertino l’avesse avuta a Roma, le cose sarebbero andate molto diversamente.

In questo caso, sempre negli ultimi cinque anni, la Mela avrebbe dovuto versare 24,7 miliardi di dollari in più. Il dato proviene applicando l’aliquota media calcolata da Confindustria, relativa alla pressione fiscale sulle aziende italiane, che è pari al 58%. Applicando invece quella elaborata dalla Cga di Mestre, pari al 68,5%, Apple si ritroverebbe oggi sul bilancio ben 33 miliardi di dollari in meno.

Eni, ad esempio, la prima società italiana più importante per capitalizzazione di Borsa, dagli utili deve sottrarre il 44% di tasse: se Cupertino avesse dovuto fare lo stesso, avrebbe dovuto versare all’Erario di Washington quasi 14 miliardi di dollari in più.

Trattasi insomma di una situazione nettamente differente che fa comprendere bene quale sia la prospettiva delle aziende del Belpaese e quelle con sede negli Stati Uniti: se Apple fosse nata in Italia, i risultati annunciati nelle scorse ore avrebbero destato probabilmente molta meno curiosità. Tant’è.

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