Dopo la SOPA ecco la CISPA

Dopo la SOPA viene la CISPA: non punta dichiaratamente alla tutela del copyright, ma mette sul piatto la necessità di difendersi dai cyber-attacchi
Dopo la SOPA viene la CISPA: non punta dichiaratamente alla tutela del copyright, ma mette sul piatto la necessità di difendersi dai cyber-attacchi

Nei mesi passati si sono imparati a conoscere nomi quali ACTA, SOPA e FAVA, ma le proteste e l’attivismo internazionale ha portato alla discussione (ed in molti casi all’affossamento) di quanto proposto dalla politica per regolamentare il mondo del copyright. Un nuovo nome fa ora capolino e, a differenza dei precedenti, sembra nascere sotto una buona stella: si chiama CISPA, acronimo di Cyber Intelligence Sharing and Protection Act, e sembra godere fin da subito dell’appoggio di nomi quali Microsoft e Facebook.

Mike Rogers, firmatario della proposta, sbandiera per la propria bozza una differenza sostanziale rispetto all’approccio della SOPA: «sono completamente differenti. Non c’è alcuna censura né chiusura di siti Web. Al governo non viene affidata alcuna autorità in tal senso». Se la SOPA posava il proprio baricentro sulla difesa del copyright, insomma, la CISPA focalizza l’attenzione sulla difesa delle reti informatiche americane da possibili cyberattacchi.

La Electronic Frontier Foundation si è invece immediatamente schierata su posizione opposta: «Le compagnie e i governi avranno strada libera per aggirare le leggi esistenti al fine di monitorare le comunicazioni, filtrare i contenuti o potenzialmente chiudere l’accesso ai servizi online “per motivi di sicurezza”. Le compagnie saranno incoraggiate a condividere i dati con il governo […]. L’idea è quella di facilitare l’identificazione e la difesa di fronte a seri cyber-pericoli, ma le definizioni della legge vanno ben oltre. Il linguaggio è così vago che potrebbe essere usato come strumento di attacco contro siti quali The Pirate Bay o Wikileaks.

Il documento ufficiale della CISPA

Facebook da parte sua ha manifestato immediato plauso alla CISPA (pdf) spiegando di essere d’accordo su di una cooperazione per la difesa contro i cyberattacchi. Coordinare gli sforzi aziendali e governativi significa infatti offrire importanti vantaggi ad entrambe le parti, qualcosa per cui a livello teorico anche i cittadini non hanno che da potersi avvantaggiare. Microsoft (così come Facebook, entrambe precedentemente schieratesi dichiaratamente contro la SOPA), invece, teme che i timori sollevati dalla SOPA portino ora deleterie ripercussioni sulla CISPA, stimolando immotivate proteste contro una proposta che è invece benvenuta dal gruppo di Redmond.

In ballo, ancora una volta, v’è il fragile equilibrio tra libertà e controllo: piccoli dettagli possono fare la differenza ed è per questo motivo che l’attenzione sul problema è altissimo da mesi ormai. Si manifestano in questo contesto, infatti, due fondamentali necessità: quella di mantenere solida la libertà della rete e quella di mantenere altrettanto solida la sicurezza degli utenti, degli apparati e dei contenuti.

Dutch Ruppersberger, co-firmatario della CISPA, descrive il proprio testo rispetto alla SOPA come «il giorno e la notte». Non basterà presumibilmente qualche metafora per dar corpo alla proposta, ma il fatto che alcuni grandi gruppi abbiano già colto con favore il testo sembra poter regalare alla CISPA maggiori possibilità di successo rispetto ai tentativi del passato.

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