Organizzare una festa su Facebook? Pessima idea

Un ragazzino francese organizza una festa di compleanno su Facebook, ma si autoinvitano in 50 mila. È uno dei problemi degli eventi aperti.
Un ragazzino francese organizza una festa di compleanno su Facebook, ma si autoinvitano in 50 mila. È uno dei problemi degli eventi aperti.

La festa di Benjamin è diventata per qualche giorno un incubo per la sua famiglia. Il giovane ragazzino francese voleva festeggiare il suo 14° compleanno, ma non avrebbe mai immaginato che organizzandola su Facebook nel giro di poche ore i suoi genitori si sarebbero trovati di fronte alle minacce di migliaia di sconosciuti da ogni parte che dal web minacciavano “se fate saltare la festa, vi bruceremo casa”. Sono gli imbucati dell’era 2.0.

Quella dei compleanni fuori controllo a causa delle pagine evento su Facebook è un tema noto, ma quello che è successo a una famiglia francese di Chamalières nella regione dell’Alvernia, ha dell’incredibile. Quando loro figlio ha invitato su Facebook una ventina di amici – col permesso dei genitori – l’evento si è moltiplicato tramite alcune pagine fake gemelle di quella originale (con indirizzo e tutto il resto) e persino un tweet che spediva di nuovo alle pagine nonostante, allarmati dalle iscrizioni e dai messaggi, i genitori avessero già cominciato a cancellarle.

Il meccanismo degli inviti agli amici degli amici è spesso ignorato dagli utenti meno esperti: se non si modifica, come amministratore, questa possibilità impostando “solo su invito” si concede di default il permesso anche agli invitati di invitare a loro volta altre persone. Un gesto fatto, all’inizio, senza doppi fini, dagli amici, ma la pagina “festa di Benjamin”, per gli insondabili misteri delle propagazioni virali del Web, è diventata oggetto di un interesse esponenziale. In 24 ore, gli iscritti erano già 16 mila, e tutti conoscevano l’indirizzo esatto di casa.

Il gioco poi si è fatto pericoloso: un account Twitter falso, ma con i dati corretti, ha moltiplicato fino a 50 mila le persone “invitate”, così alla fine – spaventati anche dai toni un po’ goliardici ma anche minacciosi di questi sconosciuti – mamma e papà, racconta Le Parisien, sono andati alla polizia per sporgere denuncia per “usurpazione di identità”, reato differente dal furto, ma dagli effetti altrettanto spiacevoli.

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